Anche il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano e il regime di 41 bis, a cui Totò Riina è condannato, finiscono nelle conversazioni tra U’ curtu e il detenuto pugliese Alberto Lorusso, depositate al processo sulla trattativa. Durante le loro passeggiate nell’ora d’aria nel cortile del carcere milanese di Opera, il capo dei capi si scaglia contro il leader del Nuovo centrodestra: “Perché quel disgraziato di ministro dell’agrigentino, là al ministero dell’Interno… questo è proprio accanito con questi quarantunisti, questo è accanito proprio…è un canaglia, è un canaglia”.
“Sì, sì…e lo aggrava sempre – prosegue Riina -, sempre che parla del 41, stiamo facendo carcere nuovi così, i carceri li facciamo in modo che non possono rispondere con quelli della porta accanto…tu…tu..sta facendo tutto per…il carcere duro…il carcere duro…duro…glielo do io a lui, il duro lo abbiamo noi qua dentro…quando viene lo trovi sempre duro…disgraziato”. “Mi scusi se parlo vastaso (in modo maleducato, ndr)”, aggiunge subito Riina. “Ma cosa volete? Da queste seicento persone cosa volete? – aggiunge – Volete fare pagare la pena di tutti i carcerati a questi seicento…non siamo tutti carcerati?”.
Alfano è il terzo esponente del centrodestra ad entrare, finora, nelle conversazioni che U’ curtu intrattiene con il pugliese. Il primo a finire in questo lungo intreccio di ricordi è stato Silvio Berlusconi, e i legami con il boss della famiglia di Porta Nuova Vittorio Mangano, stalliere ad Arcore negli anni Settanta “Gli direi io ma perché ti sei andato a prendere lo stalliere? Perchè te lo sei messo dentro?”). Non solo, Riina dice la sua anche sui rapporti tra il Cavaliere e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano: “Avevano Berlusconi”. Poi è toccato all’ex presidente del Senato, Renato Schifani. Il padrino di Corleone non pronuncerà mai il nome del presidente del Ncd, ma del paese di origine, Chiusa Sclafani. “Abbiamo il paese ciliegiaro, questo senatore, il senatore che abbiamo, che abbiamo alla Camera, il paese di lui era mandamento nostro…’’.
Ma Riina torna a parlare anche dell’ex sodale Bernardo Provenzano, che in un precedente scambio era stato definito come un “carabiniere”, mentre ora è accusato di essere troppo avaro. “Quello camminava con la tascacucita cu ferru filatu (con il fil di ferro, ndr)…era un periodo che tasche non se ne devono cucire, tasche non se ne devono cucire”. “Poi quando sono tornato da carcerato… – ricorda Riina – gli ho detto siete una massa di miserabili e meschini. Li ho presi per miserabili e meschini…mi avete fatto morire di fame dentro il carcere, vigliacchi che non siete altro”.
Poi il boss si lascia andare a previsioni piuttosto pessimistiche sull’esito del processo in corso a Palermo sulla presunta trattativa Stato-mafia. “Questo processo finisce così…rimanere con gli occhi pieni e le mani vuote. Questo c’è… ma che devono sperimentare? Vogliono fargli cantare delle cose, vogliono fargli dire delle cose”, dice il capo dei capi a Lorusso. “Gli ho detto all’avvocato: che vogliono fare i processi con tutto quello che pensano loro? Perché loro tutte cose pensano – aggiunge – Però non ci funzionano, non ci funzionano. In questo processo… tutti teoremi, tutti teoremi di loro, tutti trovate di loro”. “Non hanno niente”, sentenzia. “Perché sono condannato? Per tutti questi teoremi che fanno loro – aggiunge – tutte queste calunnie che fanno loro… tutte queste calunnie che fanno loro… gran calunniatori“.
Cronaca
Mafia, Riina attacca il ministro Alfano: “Quel disgraziato è accanito con il 41bis”
Dalle intercettazioni depositate al processo di Palermo sulla presunta Trattativa, emergono le conversazioni tra il capo dei capi e il detenuto Lorusso contro il ministro dell'Interno. Il terzo esponente del centrodestra a ricevere le attenzioni del boss corleonese
Anche il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano e il regime di 41 bis, a cui Totò Riina è condannato, finiscono nelle conversazioni tra U’ curtu e il detenuto pugliese Alberto Lorusso, depositate al processo sulla trattativa. Durante le loro passeggiate nell’ora d’aria nel cortile del carcere milanese di Opera, il capo dei capi si scaglia contro il leader del Nuovo centrodestra: “Perché quel disgraziato di ministro dell’agrigentino, là al ministero dell’Interno… questo è proprio accanito con questi quarantunisti, questo è accanito proprio…è un canaglia, è un canaglia”.
“Sì, sì…e lo aggrava sempre – prosegue Riina -, sempre che parla del 41, stiamo facendo carcere nuovi così, i carceri li facciamo in modo che non possono rispondere con quelli della porta accanto…tu…tu..sta facendo tutto per…il carcere duro…il carcere duro…duro…glielo do io a lui, il duro lo abbiamo noi qua dentro…quando viene lo trovi sempre duro…disgraziato”. “Mi scusi se parlo vastaso (in modo maleducato, ndr)”, aggiunge subito Riina. “Ma cosa volete? Da queste seicento persone cosa volete? – aggiunge – Volete fare pagare la pena di tutti i carcerati a questi seicento…non siamo tutti carcerati?”.
Alfano è il terzo esponente del centrodestra ad entrare, finora, nelle conversazioni che U’ curtu intrattiene con il pugliese. Il primo a finire in questo lungo intreccio di ricordi è stato Silvio Berlusconi, e i legami con il boss della famiglia di Porta Nuova Vittorio Mangano, stalliere ad Arcore negli anni Settanta “Gli direi io ma perché ti sei andato a prendere lo stalliere? Perchè te lo sei messo dentro?”). Non solo, Riina dice la sua anche sui rapporti tra il Cavaliere e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano: “Avevano Berlusconi”. Poi è toccato all’ex presidente del Senato, Renato Schifani. Il padrino di Corleone non pronuncerà mai il nome del presidente del Ncd, ma del paese di origine, Chiusa Sclafani. “Abbiamo il paese ciliegiaro, questo senatore, il senatore che abbiamo, che abbiamo alla Camera, il paese di lui era mandamento nostro…’’.
Ma Riina torna a parlare anche dell’ex sodale Bernardo Provenzano, che in un precedente scambio era stato definito come un “carabiniere”, mentre ora è accusato di essere troppo avaro. “Quello camminava con la tascacucita cu ferru filatu (con il fil di ferro, ndr)…era un periodo che tasche non se ne devono cucire, tasche non se ne devono cucire”. “Poi quando sono tornato da carcerato… – ricorda Riina – gli ho detto siete una massa di miserabili e meschini. Li ho presi per miserabili e meschini…mi avete fatto morire di fame dentro il carcere, vigliacchi che non siete altro”.
Poi il boss si lascia andare a previsioni piuttosto pessimistiche sull’esito del processo in corso a Palermo sulla presunta trattativa Stato-mafia. “Questo processo finisce così…rimanere con gli occhi pieni e le mani vuote. Questo c’è… ma che devono sperimentare? Vogliono fargli cantare delle cose, vogliono fargli dire delle cose”, dice il capo dei capi a Lorusso. “Gli ho detto all’avvocato: che vogliono fare i processi con tutto quello che pensano loro? Perché loro tutte cose pensano – aggiunge – Però non ci funzionano, non ci funzionano. In questo processo… tutti teoremi, tutti teoremi di loro, tutti trovate di loro”. “Non hanno niente”, sentenzia. “Perché sono condannato? Per tutti questi teoremi che fanno loro – aggiunge – tutte queste calunnie che fanno loro… tutte queste calunnie che fanno loro… gran calunniatori“.
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Caltanissetta, 18 mar. (Adnkronos) - E’ ripreso all’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta la deposizione del pentito Pietro Riggio, sentito come teste assistito, nel processo a carico di due ex generali dei carabinieri in pensione accusati del reato di depistaggio. Alla sbarra ci sono gli ufficiali Angiolo Pellegrini, 82 anni, storico collaboratore del giudice Giovanni Falcone, e Alberto Tersigni, 63 anni, entrambi per anni in forza alla Dia. Secondo la procura di Caltanissetta, rappresentata oggi in aula da pm Pasquale Pacifico, gli ufficiali avrebbero ostacolato le indagini della Procura a riscontro delle dichiarazioni del pentito Pietro Riggio, ex agente della polizia penitenziaria poi arrestato con l’accusa di essere legato clan mafiosi. Secondo l’accusa, non avrebbero dato il giusto peso alle rivelazioni di Riggio che avrebbero potuto portare alla cattura dell’allora latitante Bernardo Provenzano e a quelle relative a un progetto di attentato all’ex giudice del pool antimafia Leonardo Guarnotta.
Alla sbarra anche l’ex poliziotto Giovanni Peluso, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Procura avrebbe agevolato Cosa Nostra favorendo la latitanza del boss corleonese. Già nella scorsa udienza Riggio aveva deposto per diverse ore.
Gaza, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas ha confermato la morte del capo del suo governo nella Striscia di Gaza, Essam al-Dalis, tra i funzionari che sono stati uccisi durante un'ondata di attacchi israeliani sul territorio palestinese. "Questi leader, insieme alle loro famiglie, sono stati martirizzati dopo essere stati presi di mira direttamente dagli aerei delle forze di occupazione sioniste", si legge nella dichiarazione del gruppo islamista, che nomina tra le vittime anche il capo del ministero dell'Interno Mahmud Abu Watfa e Bahjat Abu Sultan, direttore generale del servizio di sicurezza interna.
Il Cairo, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero degli Esteri egiziano ha condannato gli attacchi aerei notturni condotti da Israele sulla Striscia di Gaza, definendoli una "flagrante violazione" del cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio.
Gli attacchi costituiscono una "pericolosa escalation che rischia di avere gravi conseguenze per la stabilità della regione", si legge nella dichiarazione dell'Egitto, che ha mediato il cessate il fuoco a Gaza insieme al Qatar e agli Stati Uniti.
Varsavia, 18 mar. (Adnkronos) - Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania vogliono ritirarsi dall'accordo internazionale che mette al bando le mine antiuomo, noto anche come Trattato di Ottawa. "Le minacce militari agli Stati membri della Nato che confinano con Russia e Bielorussia sono aumentate in modo significativo - si legge in una dichiarazione rilasciata dai ministri della Difesa di quattro Paesi - Riteniamo che nell'attuale contesto di sicurezza sia fondamentale garantire alle nostre forze di difesa flessibilità e libertà di scelta per utilizzare potenzialmente nuovi sistemi e soluzioni d'arma per rafforzare la difesa del vulnerabile fianco orientale dell'Alleanza".
Il Trattato di Ottawa del 1997 è sottoposto a crescenti pressioni a causa della guerra di Mosca contro l'Ucraina, mentre gli Stati in prima linea stanno rafforzando i loro confini con la Russia. All'inizio del mese, il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che la Polonia avrebbe iniziato a prendere misure per uscire dal trattato. I quattro Paesi avevano a lungo meditato un ritiro e volevano prendere una decisione regionale congiunta. Si tratta di un segnale politico per Mosca, più che del riflesso di un'immediata necessità militare, sottolinea Politico.
"Le decisioni riguardanti la Convenzione di Ottawa dovrebbero essere prese in solidarietà e coordinamento all'interno della regione. Allo stesso tempo, al momento non abbiamo piani per sviluppare, immagazzinare o utilizzare mine antiuomo precedentemente vietate", ha affermato il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur. All'inizio del mese, il capo di stato maggiore della difesa lettone, il maggiore generale Kaspars Pudāns, ha dichiarato a Politico che le priorità del Paese restano le mine anticarro e i proiettili di artiglieria. Il ministro della Difesa finlandese Antti Hakkanen ha affermato che anche Helsinki sta valutando la possibilità di abbandonare il Trattato, ma non è tra i firmatari della dichiarazione odierna.
Washington, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Israele "deve immediatamente e completamente" cessare la colonizzazione nella Cisgiordania occupata ed "evacuare tutti i coloni". Lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk in un a nota, aggiungendo che "il trasferimento di Israele di parti della popolazione civile nel territorio che occupa costituisce un crimine di guerra".
Ankara, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - La Turchia ha definito l'ondata di nuovi attacchi di Israele a Gaza come "una nuova fase" della sua "politica di genocidio", affermando che il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha sfidato l'umanità violando il diritto internazionale.
"Il massacro di centinaia di palestinesi negli attacchi israeliani a Gaza... dimostra che la politica di genocidio del governo Netanyahu è entrata in una nuova fase", ha affermato il ministero degli Esteri turco in una nota.
Washington, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk si è detto "inorridito" dalla ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che hanno provocato molte vittime, e ha chiesto che "l'incubo finisca immediatamente".
"L'unica via da seguire è una soluzione politica, coerente con il diritto internazionale. L'uso di una forza militare ancora maggiore da parte di Israele non farà altro che accumulare ulteriore miseria su una popolazione palestinese che già soffre di condizioni catastrofiche", ha scritto Turk in una nota.