Poiché la sopravvivenza dell’Università italiana è ormai a rischio, sembra opportuno riassumere a futura memoria una breve cronistoria degli ultimi anni, che riporti la drammatica diminuzione dei finanziamenti erogati e le operazioni di copertura “meritocratica” adottate dai Governi (soprattutto dall’ultimo Governo Berlusconi) per nascondere ai cittadini lo scempio di un servizio pubblico.

Nel 2008 il Presidente del Consiglio Romano Prodi viene sfiduciato il 24 gennaio; gestisce le elezioni e passa la mano a Silvio Berlusconi. Il nuovo ministro dell’Università è Mariastella Gelmini. Il Fondo di Finanziamento Ordinario dell’intero sistema universitario italiano (deliberato ancora da Prodi e dal ministro Fabio Mussi) ammonta a 7 miliardi e 68 milioni di euro, mentre il fondo destinato ai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale ammonta a 96 milioni  di euro. Viene emesso, ad opera del ministro Tremonti, il DL 112/2008 convertito nella Legge 133/2008, che dice, tra l’altro: “l’autorizzazione legislativa…concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, è ridotta di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di 190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni di euro per l’anno 2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere all’anno 2013”. Lo stesso decreto limitava le “assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell’anno precedente”.

Nel 2010, Presidente del Consiglio Berlusconi e ministro dell’Università Gelmini, viene deliberato un FFO pari a 6 miliardi e 656 milioni, il 6% in meno di due anni prima. Il PRIN è sospeso; uscirà un bando 2010-11 che copre le due annualità erogando in tutto 175 milioni di euro, pari a 88 milioni di euro/anno (l’8% in meno di due anni prima). Viene emesso il Decreto Ministeriale “Linee guida VQR 2004-2008” che disciplina la seconda Valutazione Quinquennale della Ricerca. Nell’anno successivo viene nominato il Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca (Anvur), che delibera di estendere la Valutazione Quinquennale al settennio 2004-10, rinominandola Valutazione della Qualità della Ricerca. La delibera dell’Anvur viene approvata con Decreto Ministeriale.

Nel 2013, Presidente del Consiglio Letta, Ministro dell’Università Carrozza, il FFO ammonta a 6 miliardi e 694 milioni di euro, il 5% in meno di cinque anni prima. A oggi il bando PRIN 2013 non è ancora stato pubblicato, ma quello del 2012 ammontava a 38 milioni di euro, poco più di un terzo di quello del 2008. Vengono pubblicati i risultati della VQR 2004-2010.

Sono evidenti i ridimensionamenti del FFO, che ha avuto però un andamento irregolare, e più ancora quelli del PRIN. Si deve considerare che il FFO copre poco più che gli stipendi dei dipendenti e pertanto offre margini di manovra modesti, e che le cifre riportate sono assolute, non corrette per il potere d’acquisto. La VQR e la sbandierata meritocrazia si rivelano pure manovre pubblicitarie finalizzate a mascherare la realizzazione del progetto ideato da Berlusconi e Tremonti: il drastico ridimensionamento dell’Università italiana. Dopo tutto l’Università non ha mai particolarmente apprezzato e votato il Pdl. Un sentito ringraziamento agli Onorevoli Berlusconi, Tremonti e Gelmini, nonché ai colleghi del Consiglio Direttivo dell’Anvur.

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