È sempre battaglia tra la sanità privata veneta e la Giunta regionale guidata dal governatore Luca Zaia. Una bagarre partita nel 2012, dopo alcune decisioni amministrative prese, arricchita da un altro tassello: la richiesta formulata alla sanità convenzionata di restituire parte dei rimborsi pubblici erogati in passato, per prestazioni svolte a supporto del sistema sanitario regionale. Che sia la goccia che farà traboccare il vaso? Secondo l’Anisap del Veneto, l’associazione che rappresenta le “istituzioni sanitarie ambulatoriali private”, la cifra richiesta si aggira sui 4 milioni di euro, su prestazioni erogate anche dieci anni prima.
Soldi chiesti, per esempio, a laboratori di analisi, ad ambulatori per visite radiologiche e a centri di riabilitazione e di fisioterapia, che gli stessi però rifiutano di corrispondere, perché in contrasto col tariffario che a suo tempo fu stabilito e concordato tra le parti. Sono stati così depositati decine e decine di ricorsi al Tar di Venezia, ma il Tribunale amministrativo ha sentenziato di non essere competente e di rivolgersi alla giustizia civile. Cosa che comporterà la risoluzione del contenzioso in tempi biblici. Ma non è questo l’aspetto che fa montare la rabbia. È l’impossibilità di un confronto diretto con la giunta Zaia a far patire i maggiori malumori tra chi si occupa di sanità privata in Veneto.
“Mi stupisco – dice Gianpiero Fagan, presidente di Anisap – del fatto che non ci sia mai riuscito di incontrare Luca Zaia a qualche tavolo di trattativa, ma si debba dialogare solo attraverso avvocati o sentenze di tribunale. Io penso che sia dovere di un amministratore sentire i propri cittadini”. In ogni modo la Giunta fa quadrato attorno al suo presidente. Nel 2012 alla sanità convenzionata furono ridotti i contributi pubblici ed il giro d’affari del privato – come spiega Vittorio Morello, colui che rappresenta in Veneto l’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata – vide mancare improvvisamente la cifra di 96 milioni di euro.
“Dovremmo però ricordare – aggiunge Morello – che la sanità convenzionata in questa regione dà lavoro a 4.500 dipendenti e serve almeno 3 milioni di cittadini”. “Nemmeno ai tempi di Brežnev…”, è la battuta che pare stia circolando per stigmatizzare il comportamento di questa Giunta. Ma secondo alcuni, al suo interno, non tutti la vedrebbero alla stessa maniera. L’assessore alla sanità, il leghista Luca Coletto, è molto vicino al sindaco di Verona, Flavio Tosi. “Non è un mistero per nessuno che il primo cittadino scaligero, quando era lui assessore alla sanità, tenesse in tutt’altra considerazione il privato” dice Diego Bottacin, consigliere regionale del Gruppo misto, già vicepresidente della quinta commissione sanità ed ora membro della stessa.
“Detto questo – prosegue Bottacin – Tosi non ha mai approvato l’idea di colpire la sanità convenzionata e c’è da supporre che il suo assessore, in fondo in fondo, la pensi alla sessa maniera”. Il comparto sanitario potrebbe rivelarsi così un terreno molto sdrucciolevole per l’amministrazione Zaia. “C’è molta conflittualità dentro questa giunta, proprio sui temi legati alla sanità. Per cui il presidente rischia parecchio” conferma Bottacin, che prosegue: “Zaia, se proprio vuole farlo, deve avere più coraggio nell’affrontare le riforme. Vanno riscritte le regole! Il problema è come selezionare gli attori convenzionati e accreditati; un’operazione che è stata sino ad oggi a solo appannaggio dei direttori generali e relativamente alla quale occorrerebbe maggiore trasparenza. Senza fare questo, colpire semplicemente il privato non serve a niente”.
Cronaca
Veneto, guerra tra Zaia e ospedali privati. L’opposizione: “Giunta rischia parecchio”
La bagarre è partita nel 2012, arricchita da un altro tassello: la richiesta formulata alla sanità convenzionata di restituire parte dei rimborsi pubblici erogati in passato, per prestazioni svolte a supporto del sistema sanitario regionale
È sempre battaglia tra la sanità privata veneta e la Giunta regionale guidata dal governatore Luca Zaia. Una bagarre partita nel 2012, dopo alcune decisioni amministrative prese, arricchita da un altro tassello: la richiesta formulata alla sanità convenzionata di restituire parte dei rimborsi pubblici erogati in passato, per prestazioni svolte a supporto del sistema sanitario regionale. Che sia la goccia che farà traboccare il vaso? Secondo l’Anisap del Veneto, l’associazione che rappresenta le “istituzioni sanitarie ambulatoriali private”, la cifra richiesta si aggira sui 4 milioni di euro, su prestazioni erogate anche dieci anni prima.
Soldi chiesti, per esempio, a laboratori di analisi, ad ambulatori per visite radiologiche e a centri di riabilitazione e di fisioterapia, che gli stessi però rifiutano di corrispondere, perché in contrasto col tariffario che a suo tempo fu stabilito e concordato tra le parti. Sono stati così depositati decine e decine di ricorsi al Tar di Venezia, ma il Tribunale amministrativo ha sentenziato di non essere competente e di rivolgersi alla giustizia civile. Cosa che comporterà la risoluzione del contenzioso in tempi biblici. Ma non è questo l’aspetto che fa montare la rabbia. È l’impossibilità di un confronto diretto con la giunta Zaia a far patire i maggiori malumori tra chi si occupa di sanità privata in Veneto.
“Mi stupisco – dice Gianpiero Fagan, presidente di Anisap – del fatto che non ci sia mai riuscito di incontrare Luca Zaia a qualche tavolo di trattativa, ma si debba dialogare solo attraverso avvocati o sentenze di tribunale. Io penso che sia dovere di un amministratore sentire i propri cittadini”. In ogni modo la Giunta fa quadrato attorno al suo presidente. Nel 2012 alla sanità convenzionata furono ridotti i contributi pubblici ed il giro d’affari del privato – come spiega Vittorio Morello, colui che rappresenta in Veneto l’Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata – vide mancare improvvisamente la cifra di 96 milioni di euro.
“Dovremmo però ricordare – aggiunge Morello – che la sanità convenzionata in questa regione dà lavoro a 4.500 dipendenti e serve almeno 3 milioni di cittadini”. “Nemmeno ai tempi di Brežnev…”, è la battuta che pare stia circolando per stigmatizzare il comportamento di questa Giunta. Ma secondo alcuni, al suo interno, non tutti la vedrebbero alla stessa maniera. L’assessore alla sanità, il leghista Luca Coletto, è molto vicino al sindaco di Verona, Flavio Tosi. “Non è un mistero per nessuno che il primo cittadino scaligero, quando era lui assessore alla sanità, tenesse in tutt’altra considerazione il privato” dice Diego Bottacin, consigliere regionale del Gruppo misto, già vicepresidente della quinta commissione sanità ed ora membro della stessa.
“Detto questo – prosegue Bottacin – Tosi non ha mai approvato l’idea di colpire la sanità convenzionata e c’è da supporre che il suo assessore, in fondo in fondo, la pensi alla sessa maniera”. Il comparto sanitario potrebbe rivelarsi così un terreno molto sdrucciolevole per l’amministrazione Zaia. “C’è molta conflittualità dentro questa giunta, proprio sui temi legati alla sanità. Per cui il presidente rischia parecchio” conferma Bottacin, che prosegue: “Zaia, se proprio vuole farlo, deve avere più coraggio nell’affrontare le riforme. Vanno riscritte le regole! Il problema è come selezionare gli attori convenzionati e accreditati; un’operazione che è stata sino ad oggi a solo appannaggio dei direttori generali e relativamente alla quale occorrerebbe maggiore trasparenza. Senza fare questo, colpire semplicemente il privato non serve a niente”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".