Il primo pensiero nell’apprendere che la gigantesca installazione di Francesco Visalli sullo spalto del circo Massimo che affaccia sul lato meridionale dei Fori imperiali era priva di autorizzazioni è che i poteri di controllo comunali non esistono più. Un gruppo di intraprendenti “artisti” blocca la viabilità, scarica una gigantesca opera e per due mesi nessun funzionario comunale, nessuna pattuglia di vigili urbani si accorge di nulla. Il luogo si trova a poche centinaia di metri dalla stazione principale dei vigili urbani ed è percorsa quotidianamente da centinaia di pattuglie che tentano disperatamente di controllare una città ormai fuori controllo. Da quello spalto si vede anche il Campidoglio, il centro del potere che dovrebbe avere la regia sulla città.
Il fatto di cronaca ci dice dunque che nessuno si è accorto di nulla perché Roma è troppo abituata agli abusi di ogni genere per poter avere i sensori adatti a rilevare le anomalie e i soprusi che quotidianamente vengono perpetrati contro di essa.
Proviamo a riempire un elenco sicuramente lacunoso. I luoghi più belli del centro storico, dal Colosseo ai limiti di piazza san Pietro sono presidiati da selve di camion di venditori di hamburger e altre prelibatezze senza che nessuno muova un dito. Sono controllati dalla famiglia Tredicine e non c’è verso di estirpare la mala pianta. Per ironia della sorte, uno di questi camioncini staziona sullo spalto del circo Massimo da tempo immemorabile. Sembra eterno come Roma.
Ogni bar, pizzeria o ristorante del centro si sente in diritto di occupare abusivamente le piazze che rappresentano il volto meraviglioso della città: da piazza Navona al Pantheon è un fiorire di ombrelloni, tende e teloni di plastica. Anche in questo caso i coraggiosi tentativi di regolamentare le dimensioni e le caratteristiche dell’osceno commercio si infrangono contro il lassismo imperante. Il centro storico è sotto assedio dei tavolini selvaggi.
I cartelloni pubblicitari, molto spesso abusivi, deturpano ogni strada o viale. Una preziosa associazione di cittadini si batte da anni per ottenere regole e giustizia, ma ogni sforzo di esercizio di cittadinanza attiva si infrange contro una mostruosa inerzia. Le notti romane non portano solo sculture: molto più spesso realizzano cartelloni pubblicitari che nessuno abbatterà mai.
Di tanto in tanto ci si mettono pure le immancabili archistar e si assiste impotenti alla creazione di immense cupole destinate ad ospitare esclusive feste frequentate dal vippaio romano. L’ultima in ordine di tempo è quella realizzata lungo via del Corso in un palazzo recentemente acquistato dal colosso svedese della moda H&M e progettata da Massimiliano Fuksas, come se la città non fosse un bene comune da rispettare ma un immenso pozzo petrolifero da cui trarre a piacimento ricchezza.
Fin qui ci siamo fermati al recinto delle mura aureliane e cioè la parte centralissima della città. Appena si varcano le colonne d’ercole della prima periferia il bricolage dell’arbitrio diventa insostenibile. Oltre a tutte le tessere dell’abusivismo commerciale che abbiamo elencato, si perpetua infatti l’abusivismo edilizio che, seppure in tono minore, continua a colpire dove e quando vuole, tanto le pattuglie dei vigili urbani non hanno i mezzi per controllare un territorio immenso.
Del resto, dopo il sequestro avvenuto due anni fa del famosissimo Cafè de Paris di via Veneto, perché controllato dalla malavita organizzata, la scorsa settimana sono state sequestrate ventiquattro attività commerciali in gran parte ubicate nel centro storico perché sospette di essere controllate dalla camorra.
L’installazione di Francesco Visalli ci dice dunque che nella capitale del paese il controllo della legalità è sconosciuto per via ordinaria, ma solo per iniziative della magistratura. E viene conseguentemente da chiedersi se non sia venuto il momento di avviare nella città un profondo processo di coinvolgimento sociale che ci riporti al rispetto delle regole. Se i pubblici poteri non ce la fanno è soltanto con l’aiuto della cittadinanza attiva che possiamo sperare di migliorare una situazione fuori controllo. A Roma esistono associazioni e una società matura che non sopportano più questo stato di cose. E’ ora di coinvolgerle nel governo della città.