C’era una volta la settimana della moda. Quel che resta oggi è un week end lungo, ma con un calendario fitto di sfilate, happening, mostre e presentazioni di libri. Da venerdì 24 a lunedì 27 gennaio, la capitale ha ospitato la XXIV edizione di AltaRoma.
Sulle orme della moda, una Roma tutta da scoprire, attraverso i luoghi che hanno ospitato sfilate e eventi. Il quartier generale è stato ancora una volta il Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia, ma il popolo del fashion ha avuto il privilegio di scoprire location mai viste, tuttora chiuse al pubblico, come il cantiere della “Nuvola”, il progetto architettonico di Fuksas all’Eur, dove ha sfilato la maison Gattinoni. Sabina Persechino, la stilista con laurea in architettura, ha scelto il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, per presentare la sua collezione. Porte aperte alla Pinacoteca del Tesoriere, a Palazzo Patrizi, per la prima retrospettiva in Italia dedicata al fotografo svizzero Hans Feurer, vera icona del mondo della moda. Una selezione di scatti fotografici dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Novanta. Ospite lo stilista Kenzo. Al Tempio di Adriano “ASVOFF – A Shaded View in Fashion Film”, il primo festival annuale internazionale di cortometraggi ispirati alle nuove tendenze creative della moda, ideato da Diane Pernet. Palazzo Braschi per Luigi Borbone e Residenza di Ripetta per Giada Curti. Una Roma così non si era mai vista.
A.I., Artisanal Intelligence, la piattaforma nata per unire arte, artigianato e moda in nome del made in Italy, ha aperto le porte della Sartoria Farani per la mostra “From Costume to Couture”, un’esposizione di abiti e costumi d’epoca, allestiti insieme alle creazioni di giovani designer e artigiani. Sotto gli occhi del pubblico più di cinquant’anni di costumi per i nomi più importanti del cinema come Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini, e pezzi di stilisti come Balmain, Dior, Galitzine, dal 1700 a oggi, divisi per aree geografiche di tutto il mondo, stili e categorie. Una vera e propria “abitoteca”.
Tra le collezioni donna, a sorpresa, spunta l’uomo: da Mad Zone indossa un tubino creato per lui dalla stilista Odile Orsi per Mutadesign; l’uomo NAT di Natalia Rinaldi si ispira agli anni ’40 e al lavoro della terra. Un ritorno al passato per guardare al futuro.
Speriamo che, più che un addio sia solo un temporaneo arrivederci!