Dopo il tavolo che questo pomeriggio a Roma ha visto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato incontrare presidenti di regione e parti sociali, ai cancelli dello stabilimento Electrolux di Porcìa (Pordenone) la fiducia rimane ai minimi. “La questione non può essere affrontata solo dal lato del costo del lavoro”, ha detto il ministro, annunciando l’interessamento del presidente del Consiglio Letta, un tavolo dell’intero settore degli elettrodomestici ai primi di febbraio e uno specifico sul caso Electrolux, due settimane dopo. “A Zanonato un tavolo lo avevamo chiesto l’estate scorsa”, ricorda Annarita Licci, delegata Uilm nello stabilimento friulano, che sulle parole del ministro oggi non se la sente di scommettere nulla: “La fiducia va guadagnata, seguano i fatti”. Tutti d’accordo, gli altri colleghi, che continuano con il cosiddetto ‘sciopero a scacchiera‘, tenendo attive 4 linee di produzione su 5 per turnare le presenze ai cancelli e permettere al tempo stesso di salvare parte dello stipendio. “Ma le lavatrici non escono dall’impianto”, precisano, “e qui restiamo, finché non andranno oltre le parole”. E mentre i camion escono vuoti sotto l’occhio vigile dei lavoratori, c’è chi mette in guardia il governo: “Siamo potenziali evasori, se non guadagniamo non pagheremo nemmeno le tasse”. Sul posto anche il sindaco di Porcìa, il leghista Stefano Turchet: “Per gli aiuti bisogna chiedere a Bruxelles, va bene. Ma la crisi di un territorio come questo alla fine andrà ad indebolire l’intera Europa” di Franz Baraggino
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