Ho fatto un sogno; forse un incubo o forse una sghignazzata.
Matteo Renzi aveva condotto in porto l’operazione “inciucio bis” facendo varare la riforma elettorale elaborata con la consulenza di Bellicapelli Verdini; l’esperto supra partes che spiegava la rava e la fava ai “ragazzinimeraviglia” della nuova segreteria Pd, con in testa “l’Alice dagli occhi sgranati per lo stupore”, Maria Elena Boschi. Cioè i giovani talenti che non si dovevano far fregare dalla vecchia politica…
Varato il marchingegno schiaccia-Letta-Enrico, fu possibile andare alle tanto attese elezioni con la regola iperdemocratica del “ne resteranno solo due”. La massima delle astuzie per fare fuori tutti gli altri contendenti, elaborata dal sindaco-segretario in combutta con il “perfettamente sintonico” Silvio Berlusconi. Con cui – è un dato di fatto ricorrente – il furbissimo Pd di turno non può resistere al richiamo di farci a gara nel “chi è più lenza”. Irresistibile almeno quanto fregarsi di nascosto tutte le palline di caviale messe a decorazione dei piatti di un rinfresco a self service.
Gara della “Top lenza” che il Pd di turno perderà inevitabilmente.
E qui arriva il clou del sogno. La riforma ammazzapluralismo aveva due scopi: semplificazione e trasparenza. Ossia: ridurre il gioco politico ai soli compari che ne avevano scritto le regole e far emergere in tempo reale vincitori e vinti.
Così fu: Renzi, che credeva di interpretare la parte dell’astutillo in una novella del conterraneo Boccaccio, si ritrovò nei panni del fessacchiotto. Non Chichibio, il cuoco che si beffa del padrone a cui ha fregato la parte pregiata del pranzo per farsi bello con una fanciulla, ma il bischero Calandrino, alla ricerca sulle rive del Mugello con l’amico Buffalmacco della fantomatica Elitropia (la pietra che rende invisibili).
Difatti nel contesto immaginario a Renzi avrebbe fatto comodo la possibilità di rendersi invisibile. Perché i risultati elettorali avevano – sì – ridotto a due i contendenti, ma questi erano Forza Italia e Cinquestelle. Alla faccia del Pd!
Un errore di calcolo possibilissimo; visto che, dopo gli incontri ravvicinati sul ripugnante in Largo del Nazareno con il vecchio sporcaccione Berlusca, la propensione degli elettori di centrosinistra a concedere ulteriore credito al segretario ex rottamatore (ma allora da rottamare era solo il suo partito?!) sta crollando ai minimi storici.
Al contrario, consistenti gruppi di fregaioli associati hanno apprezzato la rinnovata capacità berlusconiana di tirare pacchi; sicché tornano a indirizzare il proprio suffragio al partito Forza Impunito (ops, Italia). Con suo consistente vantaggio percentuale.
Stando al sogno, a quel punto i risultati furono ufficializzati: il Pd spariva dalla scena politica, mentre se la battevano in parità grillini e berluscones; i partiti che avevano beneficiato della mannaia contro i terzi incomodi messa a punto con l‘Italicum.
Tutta l’Italia scoppiò a ridere, apprendendo che Matteo Renzi tentava il riciclo offrendosi come conduttore di telegiornale sulle reti Mediaset, confidando di ottenere il posto lasciato vacante da Giovanni Toti. La talentuosa infornata di renzini si trovò davanti a un bivio di carriera: disk-jockey oppure gestori di sushi bar. Davide Serra, il finanziere che si presumeva l’Adriano Olivetti renziano, evitò in futuro di passare dalle parti di uno stabilimento Elecrolux, per non incappare nei dipendenti a cui aveva magnificato la strategia del Gruppo svedese di dimezzarne gli stipendi.
Ma neppure la vecchia guardia se la passava bene: Dario Franceschini, nonostante la barba spaghetti-western, non venne preso in considerazione da Tarantino come comparsa nell’ipotizzato sequel di Django. Giorgio Napolitano – grazie a un accordo tra Casaleggio e Barbara Berlusconi – subì il disonore di essere sostituito alla Presidenza della Repubblica da Clarence Seedorf, cui però venne consentito di continuare ad allenare il Milan. I Giovani Turchi Orfini-Orlando-Fassina finirono sul Bosforo ottomano a vendere modellini di Santa Sofia e del Colosseo ai turisti (con modesti risultati, vista la loro parlata criptica). Di molti loro colleghi si persero le tracce, anche perché nessuno andò a cercarli.
Intanto il sogno proseguiva con il dualismo beffardo e/o incendiario M5S e FI.