C’era una volta il Pci, che reclutava i migliori costituzionalisti. Oggi, invece, un costituzionalista del Pd accusa alcuni dei migliori giuristi italiani di essere pericolosi estremisti, che si appropriano della Costituzione per piegarla ai loro fini. Così il prof. Ceccanti in un post pubblicato il 27 gennaio, dove i firmatari dell’appello contro il papocchio Renzi-Berlusconi sulla legge elettorale sono liquidati come un gruppo formato «a partire da un nucleo duro dell’estrema sinistra». Per carità, nella polemica politica ci sta tutto: ma sentir dipingere come estremisti distinti signori quali Stefano Rodotà e Luigi Ferrajoli, per non parlare del sottoscritto, desta – come dire? – curiosità.
Ancor più curioso è che un professore di Diritto costituzionale accusi noi, sostanzialmente, di citare la Costituzione e le decisioni della Corte costituzionale: come se interpretare l’una e le altre toccasse solo ai costituzionalisti patentati come lui, e tutti gli altri – costituzionalisti d’emergenza o semplici cittadini preoccupati per la nostra Costituzione – fossero solo reduci impegnati in battaglie di retroguardia. Il prof. Ceccanti è abbastanza giovane da poter ignorare le posizioni dei vari firmatari: ma trattandosi di colleghi piuttosto noti, potrebbe evitare di fare d’ogni erba un fascio.
Per fare solo il mio esempio, da liberale sono sempre stato contrario al proporzionale e favorevole al maggioritario; per la stessa ragione, sono ostile alle preferenze, proprio come Renzi e il prof. Ceccanti: ma non soltanto perché dispiacciono a Berlusconi. E se poi tutti quelli che la pensano come noi sui papocchi elettorali e sugli inciuci costituzionali diventano degli estremisti di sinistra, beh, che il prof. Ceccanti se ne faccia una ragione. L’Italia, e in particolare la base del Pd, sono piene di estremisti di sinistra come noi: gente che il partito di Renzi evidentemente ha scelto di non rappresentare più, ammesso che li abbia mai rappresentati.