Cappellacci ha sborsato 950mila euro di soldi pubblici per "Sweet Sardinia", programma simile a "Uomini e donne". Ambientato sull'isola, è stato trasmesso sulle reti digitali di Berlusconi, ma nessuno l'ha visto. Neanche la conduttrice Alessandra Barzaghi
Amici, amici degli amici. Parenti. E soldi. C’è tutto in Sweet Sardinia nel programma che la Regione Sardegna ha coprodotto (insieme alla Showlab di Torino) con soldi pubblici, mandato in onda sulle reti digitali Mediaset, ma di cui nessuno si è accorto. Soldi per quello che era stato giustificato come veicolo di promozione turistica per l’isola: un reality con otto coppie di giovanissimi che dovevano girare in barca tra le meraviglie del mare sardo. E innamorarsi tra loro, ovviamente. Una sorta di Uomini e donne in alto mare.
Quando Cappellacci ha visto che era per casa-Berlusconi, ha detto ovviamente sì: ha fatto tirare fuori alla Regione 900mila euro e altri 50 mila dalla Film Commission Sardegna, sempre casse pubbliche. In tempi di crisi era quello che i sardi chiedevano: un reality inesistente. Che non ha visto nessuno , neanche la conduttrice, Alessandra Barzaghi, showgirl tra le più apprezzate in casa Berlusconi, non fosse altro che si tratta della figlia di Rosanna Mani, storico condirettore di Tv Sorrisi e Canzoni, la donna che ha inventato i Telegatti, tanto per intenderci.
È vero, negli ultimi mesi in Sardegna si è visto di tutto: candidati Pd (Francesca Barracciu) che spendevano 30mila euro di benzina non giustificati, il consigliere regionale del Pdl Silvestro Ladu che coi soldi pubblici si è comprato un gregge di pecore, il collega Carlo Sanjust che con 23 mila euro ha finanziato il suo matrimonio, e infine Mario Diana, l’uomo accusato di aver fondi sino a 200mila euro. Questa volta è stato il governatore in persona, già rinviato a giudizio per la P3 e una bancarotta (“Cose da niente” , dice lui), a mettere mano al portafogli. Gli amici, dicevamo. Legati da patto di sangue sono appunto Cappellacci e Silvio Berlusconi. Fu lui a sceglierlo cinque anni fa come avversario di Renato Soru (a proposito, ha un processo anche lui) e a fargli campagna elettorale. Un commercialista di lungo corso, Cappellacci, ma fino allora sconosciuto al popolo sardo. Un po’ l’effetto del governo Soru, un po’ perché Berlusconi all’epoca trasformava in oro anche le posate di plastica, lo fece eleggere. Soru fu sconfitto, ma soprattutto tramontò l’epoca di Walter Veltroni alla guida del Partito democratico.
Da allora in Sardegna è venuto fuori di tutto. Gli amici degli amici sono una quantità innumerevole. E amica degli amici è la Showlab che propone alle reti Mediaset il reality. “Grande veicolo di promozione turistica”, disse Cappellacci ai suoi. C’è un piccolo problema: l’idea del programma era anche buona, ma lo share è stato dello 0,7 per cento. Non l’ha visto nessuno. Dentro e fuori dalla Sardegna. Confessa in maniera molto candida di non averlo visto nemmeno la conduttrice Barzaghi, 34 anni ancora non compiuti, curriculum di tutto rispetto, famosa per aver partecipato alla fiction Elisa di Rivombrosa e, alcune settimane fa, a Ballando con le stelle, eliminata dalla giuria e uscita con una costola rotta: “Lavoravo al programma di Milly Carlucci quando è andato in onda il reality”, ha detto. “Purtroppo non l’ho visto. Mi hanno detto però che era molto carino”.
Non sappiamo chi abbia potuto riferire una cosa del genere, visto che il programma de La 5, canale digitale Mediaset, non ha avuto il minimo successo. Nessun giornale che ne abbia parlato. Sui soldi c’è poco da aggiungere. Buona parte ce li ha messi la Regione Sardegna. 950 mila euro. Tondi tondi. Se facciamo un conto alle famiglie rimaste senza casadopol’alluvioneCappellacci ha potuto offrire 600 euro. Di più non poteva fare. Con i soldi pagati per il reality avrebbero potuto dare a ogni famiglia il doppio. Invece sono serviti per fare tivvù. Lo spiegherà Cappellacci aglialluvionatineiprossimigiorni il motivo. Difficile che gradiscano. Ma è abile. Può farcela.
Da Il Fatto Quotidiano del 29 gennaio 2014
LA PRECISAZIONE DELLA FONDAZIONE SARDEGNA FILM COMMISSION
La Fondazione Sardegna Film Commission precisa che, rispetto alle informazioni diffuse dai quotidiani “Sardiniapost”, “Il Fatto Quotidiano” e “Huffington post”, il programma “Sweet Sardinia” non è stato co-prodotto dalla Fondazione. Si conferma che la ditta Show Lab di Torino ha partecipato al Bando Fondo Ospitalità 2013 e ha ricevuto l’idoneità, attribuita a TUTTE le produzioni audiovisive realizzate in Sardegna nel 2013. Si precisa inoltre che il Fondo è un fondo automatico di rimborso parziale delle spese di vitto, alloggio e trasporto sostenute nel territorio isolano, fondo destinato a creare le condizioni per attrarre in Sardegna produzioni cinematografiche, televisive ed audiovisive che viene liquidato a seguito di regolare verifica della documentazione di rendicontazione, come da bando. Ad oggi la ditta Show Lab non ha presentato la documentazione relativa alla rendicontazione del programma in questione. Infine, occorre precisare che la Fondazione Sardegna Film Commission lavora per strutturare la filiera audiovisiva nell’isola e una delle sue azioni è quella di garantire a tutte le produzioni audiovisive locali, nazionali ed internazionali supporto logistico ed organizzativo in Sardegna. Restiamo a disposizione per ogni ulteriore dettaglio e confermiamo la massima professionalità a garantire assoluta trasparenza e legittimità nelle procedure di assegnazione dei contributi pubblici da noi amministrati.
Cordiali Saluti,
Nevina Satta
Direttore Fondazione Sardegna Film Commission