Sport

Berlusconi e il Milan via da San Siro? Lo prescrive il nuovo Codice etico del Comune

La bozza prevede che chi ha subìto condanne a più di due anni o presenta motivi di ineleggibilità alle cariche pubbliche non possa gestire strutture sportive comunali. Pisapia in cerca di soluzioni. Dopo la diffusione della notizia, l'assessore allo Sport rassicura i tifosi: "I rossoneri potranno continuare a giocare al Meazza"

Se non fosse bastata l’esclusione dal Senato, ora Silvio Berlusconi ne rischia un’altra: l’esclusione da San Siro, insieme a tutta la squadra rossonera. Già, il Milan rischia di non poter più calpestare l’erba dello storico stadio milanese. Per colpa del nuovo ‘Codice etico dello sport’ che Palazzo Marino sta mettendo a punto. La bozza prevede infatti che chi ha subìto condanne a più di due anni o presenta motivi di ineleggibilità alle cariche pubbliche non possa gestire strutture sportive comunali. Berlusconi? Colpito e affondato: è presidente onorario del Milan e al processo Mediaset è stato condannato a quattro anni per frode fiscale. Il caso sta suscitando un certo imbarazzo in comune.

Secondo il Corriere della sera, che riporta la notizia nelle pagine locali, la bozza è stata per il momento fermata per sottoporla a ulteriori valutazioni. Perché qui il rischio di incidente è grosso. E mezza città, quella di fede rossonera, potrebbe giurare vendetta al sindaco Giuliano Pisapia. Se il documento verrà approvato così com’è, i rossoneri saranno costretti ad abbandonare Milano, e non per farsi un nuovo stadio, come vorrebbe Barbara Berlusconi, nell’area Expo o a Sesto San Giovanni nelle ex aree Falck. Al codice stanno lavorando il presidente della commissione Antimafia David Gentili, la presidente della commissione Sport Anna De Censi, entrambi del Pd, e l’avvocato Guido Pisapia, fratello di Giuliano. Il testo è nato con la collaborazione delle associazioni Transparency International e Avviso Pubblico per evitare le infiltrazioni criminali nelle società che gestiscono strutture pubbliche e per valorizzare gli aspetti sociali dello sport.

Le ipotesi al vaglio di Palazzo Marino sono due. La prima, richiamando la legge 267 del 2000 del Testo unico degli enti locali, escluderebbe dalla gestione di impianti comunali chi ha condanne superiori a due anni. La seconda, ancora più severa, andrebbe a colpire chi ha condanne anche di primo grado o è stato interdetto dai pubblici uffici. Il Cavaliere, dunque, non avrebbe nessuno scampo. Certo, potrebbe dimettersi dalla squadra che ha elevato sul tetto d’Italia e d’Europa. Un bello smacco, però. Una soluzione potrebbe pertanto arrivare dall’amministrazione comunale che, di certo, non gli è politicamente amica. La scappatoia va trovata in fretta. Magari – ipotizza il quotidiano di via Solferino – l’applicazione del codice etico verrà resa facoltativa anziché obbligatoria, qualora la società sportiva ne motivi la mancata applicazione in un atto formale. Il Milan continuerebbe così a giocare a San Siro, col presidente a tifare dagli spalti. Ma qualcuno potrebbe prendersela con Pisapia. E accusarlo di una cosa: aver fatto inserire un bel comma ad personam.

Dopo la diffusione della notizia è intervenuto l’assessore allo Sport Chiara Bisconti, che in una nota rassicura tifosi e dirigenza rossonera: “Il lavoro del consiglio comunale su questa carta dei diritti e dei doveri dello sport è prezioso e andrà avanti nelle prossime settimane. Ma questo non ha nulla a che vedere con il diritto di una squadra gloriosa come il Milan nell’avere San Siro come sua casa naturale, perlomeno fino a quando lo stesso Milan non prenderà decisioni diverse”.

Aggiornato alle 13.20

Twitter: @gigi_gno