Una sentenza dà ragione a un imprenditore di Limbiate, in passato vittima di estorsione, al quale la Questura non voleva rinnovare il permesso di girare con una pistola. E dà un altro colpo al territorio già protagonista delle polemiche sul film di Virzì. "In cinque anni a Monza e dintorni 360 arresti per mafia e corruzione"
Un imprenditore brianzolo chiede il rinnovo del porto d’armi e un giudice glielo concede, perché residente in “zona ad elevata densità criminale”. Siamo a Limbiate, città a pochi chilometri verso ovest rispetto al capoluogo, Monza; un angolo di ricca Lombardia che anche se definito da Lucio Battisti, in una sua nota canzone, “Brianza velenosa” (molti anni prima delle polemiche sul film di Virzì), tutto ci si aspetterebbe tranne che vederlo preda della criminalità organizzata.
Eppure, da queste parti, chi gira armato pare essere assolutamente giustificato. L’imprenditore protagonista di questa storia, impegnato nel settore immobiliare, è dal 1997 titolare di un regolare porto d’arma e ha sempre con sé una pistola per difesa personale. Ma nel febbraio del 2012 la Questura vorrebbe non rinnovarglielo, perché non è “confermata la pericolosità del territorio di residenza”.
L’imprenditore però ricorre al Tar della Lombardia, producendo un memoriale in cui ripercorre il tentativo di estorsione del quale fu vittima nel 1996, per mano di un’organizzazione criminale infiltrata dalle sue parti. Una minaccia che pur trascorsi quasi vent’anni, per il diretto interessato non sarebbe affatto tramontata. E così i giudici del Tribunale amministrativo lombardo gli danno ragione. “Il ricorso è fondato – si legge sulla sentenza che permetterà al brianzolo di tenersi la pistola in tasca – visto che le condizioni ambientali non sarebbero mutate rispetto al passato”, come attestato “anche dai recenti interventi della magistratura penale”.
“Negli ultimi 5 anni sono 63 le inchieste che hanno coinvolto più di 360 persone nel nostro territorio, con i reati tra i più vari: dal riciclaggio all’estorsione, dalla corruzione all’associazione a delinquere generica e di stampo mafioso, dall’omicidio al sequestro, alla turbativa negli appalti e alle scommesse” sottolinea Marco Fraceti direttore dell’Osservatorio antimafie di Monza e Brianza “Peppino Impastato”. “Un quadro allarmante – aggiunge – che delinea una situazione di vera e propria ‘colonizzazione’ da parte della criminalità organizzata”.
Fraceti tra le ultime grosse inchieste cita in particolare quella che ha riguardato il territorio di Vimercate, a una trentina di chilometri da Limbiate, dove la Dda di Milano ha voluto indagare sulle ingerenze della criminalità organizzata verso la locale amministrazione, come ilfattoquotidiano.it ha evidenziato in diversi articoli.
“Detto questo – conclude Fraceti – appena tre settimane fa, nel triangolo Giussano, Carate Brianza e Verano sono andate distrutte da incendi dolose tre autovetture e sono in aumento gli incendi o gli spari contro attività commerciali, come è avvenuto qualche giorno fa a un negozio a Cesano Maderno. Detto questo non mi stupisco affatto che da queste parti ci sia la voglia di girare armati”.