Cronaca

Carceri, due fascicoli aperti su presunte violenze a Poggioreale

Uno due fascicoli, quello aperto dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, che si occupa dei reati commessi dalle forze dell’ordine, prende le mosse proprio dalle denunce inviate dal garante Tocco in Procura. Gli accertamenti sono nella fase iniziale

Due fascicoli aperti sullo stesso tema: presunte violenze subite dai detenuti del carcere di Poggioreale. Denunce, alcune delle quali molto circostanziate, che potrebbero far luce su ciò che accade nel carcere più grande di Napoli. “Potrebbero essersi verificate ma di sicuro la violenza sui detenuti non è un fatto sistemico”, avverte Eugenio Sarno, segretario generale della Uilpa Penitenziari. Mentre il garante dei detenuti della Campania, Adriana Tocco, aggiunge: “In questi ultimi giorni abbiamo ricevuto anche altre denunce”.

Uno due fascicoli, quello aperto dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, che si occupa dei reati commessi dalle forze dell’ordine, prende le mosse proprio dalle denunce inviate dal garante Tocco in Procura. Gli accertamenti sono nella fase iniziale. Intanto il garante spiega che alla base del fascicolo c’è una denuncia firmata da 50 detenuti più altre di singoli e che in questi ultimi giorni è arrivata un’altra denuncia firmata da ben 70 detenuti.

Alcuni chiamano in causa la ‘cella zero‘, come luogo delle presunte violenze. “Ad oggi non era così frequente che i detenuti la nominassero – dice – non l’ho mai vista, chiederò se esiste”. “Esiste ma serve a tutt’altro – spiega Eugenio Sarno della Uilpa Penitenziari – È una cella, che nel nostro gergo definiamo ‘liscia’, dove vengono collocati quei detenuti che in maniera certificata potrebbero sottoporsi a gesti di autolesionismo o finanche al suicidio”.

Sarno definisce un “bene” l’apertura del fascicolo di D’Avino e dell’inchiesta di Vincenzo Piscitelli, avviata nei mesi scorsi dopo la presentazione di un altro esposto da parte dell’associazione ‘Il carcere possibile’, che recepiva le denunce dell’ex detenuto Vincenzo Ioia. “Non sono tra quelli che esclude a priori il fenomeno, sia chiaro. Penso ci possa essere qualche unità che possa operare violentemente – spiega Sarno – l’importante è che si comprenda che non è un fatto sistemico”. Chiede cautela: “Così si rischia di alimentare la leggenda metropolitana per cui tutti gli agenti sono picchiatori”. “Su Poggioreale – spiega Sarno – ogni tanto viene fuori questa voce sulle violenze, si faccia chiarezza una volta per tutte. La magistratura faccia bene e presto il proprio lavoro perché è interesse di tutti, dei detenuti, dell’amministrazione penitenziaria, che si faccia piena luce. Poggioreale è l’unico carcere che ha più di duemila detenuti, è una delle icone e nessuno si può permettere che ci sia una tale ombra. Noi non abbiamo nulla da cui nasconderci, se ci sono colpevoli che siano perseguiti”.