“La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica” (cit. Calamandrei).
Ieri sera ho ascoltato i due rappresentanti del Movimento 5 stelle a Servizio Pubblico. Riconosciuto l’accento delle mie parti, quello di Giulia Sarti. Apprezzato il suo intervento e quello di Di Maio.
Di Maio durante la puntata ha detto una cosa sacrosanta che si può così interpretare: i metodi che il M5s utilizza per impedire degli scempi legislativi, programmati sottobanco dalla maggioranza a discapito dei cittadini comuni e a vantaggio della casta, sono legittimi. Meno legittimo è stato l’utilizzo dello strumento della “ghigliottina” utilizzato dalla Boldrini per soffocare il dissenso e spalancare le porte agli interessi della banche.
Ora, ci sarà un nutrito gruppo di sostenitori Pd, Sel, Pdl che continuerà ad affermare, per confondere le idee, che ciò che è accaduto in questi giorni sia l’ennesima dimostrazione che quelli del M5s sono dei fascisti o come dice Renzi, quell’esponente Pd che ha come mentore Berlusconi, degli squadristi.
Io penso piuttosto che il M5s abbia dimostrato di non voler scendere a compromessi o accomodamenti con chi ha portato l’Italia sul lastrico. E di questo bisogna dargliene atto, seppur i mezzi utilizzati non sempre siano condivisibili. Sta di fatto che i parlamentari del M5s, spesso tacciati di essere burattini nelle mani di Casaleggio, sono gli unici che oggi fanno della vera opposizione. Quella che il partito democratico (chissà se è mai stato un partito di centro-sinistra) non ha mai fatto nelle ultime legislature, finendo con l’arrendersi al volere della maggioranza e scendendo a patti con la destra.
Ecco, a quelli del M5s mi piace immaginarli come quelli che ci mettono il combustibile, l’impegno e la volontà di mantenere le promesse. Anche se a volte lo fanno con un po’ di irruenza.