Il futuro sostenibile è già tra noi. Leggo storie reali che confermano questa affermazione e che, soprattutto, mi rincuorano mentre annaspo persa nella marea di notizie grigie. Qui, infatti, voglio parlare di un paio di notizie “verdi”, ma non di progetti o concorsi, bensì di realtà concrete e già perfettamente funzionanti.
L’iniziativa, basata sulla condivisione pubblica (ed è sicuramente questa, a mio vedere, la chiave del successo) è stata quella di cominciare a coltivare ogni genere di ortaggi, frutta e verdura sfruttando il suolo pubblico, cominciando dal pezzetto di terra intorno a casa, fino ad arrivare ai giardinetti comunali, alle aiuole, ai viali alberati, ai bordi del cimitero, ovunque. Tutti i cittadini sono invitati a coltivare la terra e tutti sono liberi di raccoglierne i frutti, così, per esempio, i pendolari che tornano a casa dopo una giornata di lavoro, possono tranquillamente fare la spesa gratis attraversando il giardino della stazione e raccogliendo fagiolini o pomodori maturi. Il successo è stato tale che l’amministrazione locale ha messo a disposizione ogni più piccolo pezzetto di terra in nome della sostenibilità e dell’aggregazione sociale, ponendosi, addirittura, l’obiettivo di diventare una città autosufficiente dal punto di vista alimentare entro il 2018.
E da noi? Forse è difficile immaginare esperienze così radicali, ma di esempi concreti cominciano ad essercene diversi: uno dei più nuovi e interessanti, dal punto di vista dell’ubicazione, è quello degli Orti Dipinti, un orto sociale in pieno centro storico a Firenze inaugurato lo scorso ottobre. In linea con le Community Garden internazionali, che puntano sulla cultura ambientale per il recupero di zone cittadine inutilizzate o degradate, l’architetto Giacomo Salizzoni ha pensato di sfruttare in questo senso una ex pista di atletica in Borgo Pinti (da cui il nome degli Orti), in uso alla adiacente Cooperativa Barberi che accoglie ragazzi con disabilità. Ma, come mi racconta al telefono Giacomo, l’idea di partenza degli orti urbani è stata solo la scusa per cominciare.
La buona notizia per Orti Dipinti è che L’albero dell’energia, per ora, è al primo posto tra i progetti che parteciperanno alla selezione del premio Edison Start. L’ambizione di un luogo pubblico come questo non è, perciò, solo quella di favorire relazioni sociali legate al lavoro della terra, ma di creare un laboratorio di idee capace di educare e formare anche nuove figure professionali. Le attività proseguono, quindi, a grandi passi, sostenute dall’entusiasmo dell’ideatore, dei numerosi volontari che lui stesso è riuscito a coinvolgere – tra cittadini comuni, studenti delle scuole americane di Firenze, ragazzi e tutors della Cooperativa Barberi – delle istituzioni e dei piccoli e grandi sponsor.