Il testo è stato rimandato in commissione Giustizia, ma i deputati del Movimento 5 Stelle hanno deciso di non partecipare in segno di polemica: "Indulto mascherato". Il ministro Cancellieri: "Cose dette per generare emozioni nella gente". Il governo annuncia la fiducia
Il Governo chiede la fiducia sul decreto svuota carceri. L’annuncio arriva dal ministro per gli Affari con il Parlamento Dario Franceschini che dopo l’ennesimo pomeriggio di polemiche si è detto costretto a “blindare il testo” perché le opposizioni si sono rifiutate di ritirare gli emendamenti. Rinviato in commissione Giustizia nel pomeriggio, ora torna in Aula senza possibilità di modifica. “Questa non è una democrazia“, ha commentato il deputato M5S Andrea Colletti, “ma un fantoccio di democrazia. Ne siete responsabili tutti quanti. Rifletteteci per quando sarete opposizione”. Le lamentele derivano ancora una volta dal poco tempo lasciato alle opposizioni per la discussione: “In commissione ci erano stati lasciati 27 minuti, a noi che rappresentiamo 9 milioni di cittadini. E’ una denuncia che faccio alla presidente Boldrini anche se meriterebbe di esser fatta ad altra autorità”, ha concluso. Di “violenza della democrazia” ha parlato anche Nicola Molteni chiedendo l’intervento della presidente Boldrini per “ripristinare la democrazia in quest’Aula”. Walter Verini del Pd ha difeso il provvedimento e la scelta di andare avanti nell’esame con la fiducia. “Non si libera nessun mafioso con questo provvedimento”, ha concluso Molteni. “Indulto mascherato”. E ancora: “Così escono gli assassini e gli stupratori”, oppure: “La giustizia è morta”. Era con questi attacchi che i deputati M5S avevano deciso di lasciare la commissione giustizia a Montecitorio. La prima a rendere nota l’assenza era stata su Twitter la responsabile Giustizia del Pd, Alessia Morani.
In serata risponde ai grillini il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri: “Queste sono cose dette per generare emozioni nella gente, per provocare momenti di disaffezione. Non abbiamo fatto nulla che non fosse previsto nelle leggi. Abbiamo solo previsto”, spiega il Guardasigilli, “un’ampliamento delle giornate di uscita, ma sempre con il giudice che deve decidere. Sono fatti che vanno visti caso per caso”.
“Con le modifiche migliorative al decreto carceri votate adesso in commissione abbiamo spuntato ogni slogan propagandistico”. E’ quanto afferma il presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti al termine della seduta, stigmatizzando tra l’altro l’abbandono dei lavori, alla fine, da parte dei deputati 5 stelle. “Ora gridano a chissà quale colpo di mano o gestione dittatoriale per giustificare l’uscita dall’aula, ma resta il fatto che non vi sono evidentemente altri argomenti – sostiene l’esponente del Pd – per attaccare un provvedimento che sfoltendo la popolazione carceraria senza rinunciare a esigenze di sicurezza contribuirà a ridare dignità a chi vive dietro le sbarre”. La presidente della commissione Giustizia richiama, in particolare, tre emendamenti a sua firma approvati all’unanimità delle forze politiche: il primo esclude dalla liberazione anticipata speciale (uno sconto di pena aggiuntivo di 30 giorni a chi è ritenuto ‘meritevole’ da parte dei magistrati di sorveglianza) i reati di mafia e altri delitti gravi. Il secondo, ovviando a una ‘falla del testo governativo, permette l’applicazione delle misure cautelari con invio in comunità nel caso di minorenni tossicodipendenti accusati per piccolo spaccio. Con il terzo, infine, si rinforza l’organico dell’ esecuzione penale esterna (gli uffici che si occupano del trattamento socio-educativo dei detenuti) consentendo, in attesa di assunzioni per pubblico concorso, di utilizzare come dirigenti i funzionari già inseriti nel ruolo dei dirigenti di istituto penitenziario.
Poche ore prima sul blog di Beppe Grillo era comparsa una lettera dei deputati grillini: “Il decreto svuota-carceri farà uscire con grandi sconti di pena mafiosi, assassini e stupratori. Quelli veri. L’enorme ipocrisia della maggioranza ha raggiunto il culmine. Grazie alla nostra opposizione il Governo ha rimandato in commissione questo decreto della vergogna. La battaglia parlamentare per evitare questo indulto mascherato continua”, hanno affermato i deputati M5S in una nota. “Oggi i parlamentari delle commissioni Giustizia Camera e Senato hanno inviato ai responsabili dell’ordine pubblico, ai vertici della magistratura e all’Anm una lettera aperta – pubblicata sul blog di Beppe Grillo – in merito allo svuotacarceri. “Con i mafiosi per strada, usciti dalle patrie galere prima del tempo – affermano i parlamentari del Movimento – con che coraggio continuerete a guardare le foto di Falcone e Borsellino? Con che coraggio guarderete in faccia un poliziotto in divisa, quando il suo sacrificio quotidiano viene mortificato da un provvedimento che rimette in libertà migliaia di detenuti? Fate sentire la vostra voce, perché questo decreto ha già causato troppi danni e deve decadere”.
Una polemica a cui ha risposto con una nota l’Unione Camere Penali italiane: “Ai tanti che stanno protestando contro il decreto cosiddetto svuota-carceri definendolo ‘indulto mascherato’ viene da rispondere che purtroppo non è così, anche se ci piacerebbe il contrario visto che l’Italia ha bisogno di amnistia ed indulto come il pane, per sfoltire le carceri e riportarle nei canoni di una minima civiltà, oltre che per evitare le pesanti condanne economiche che dal prossimo giugno la Corte Europea inizierà ad infliggerci”, sottolineano i penalisti. “Il dispiacere nasce da due considerazioni – spiegano – così facendo Grillo dimostra di avere un’idea delle cose di giustizia un tantino forcaiola, posto che evita di rivolgersi a chi si occupa della libertà delle persone mentre, per una volta, coccola quelli che sono deputati a toglierla; in secondo luogo dimentica che i giuristi, e tra questi gli avvocati penalisti, potrebbero dargli qualche numero, inteso per una volta in senso statistico e non comico, che dimostra che i benefici penitenziari aiutano a prevenire la recidiva e dunque la sicurezza pubblica,non il contrario come demagogicamente sostiene, e fanno parte del nostro ordinamento da tempo”.