“L’italicum non è la nostra legge elettorale, ma le regole dobbiamo scriverle in accordo con Berlusconi perché riguardano tutti”. Durante un incontro del Partito democratico a Torino dal titolo ‘Capire l’Italicum‘, Luigi Zanda, capogruppo in Senato, difende la linea del segretario Matteo Renzi. L’accordo con Forza Italia “si deve fare”, spiega. “E se i democratici portano a casa il doppio turno perdono la possibilità di inserire preferenze e collegi uninominali”. Ed è proprio su questo punto che si levano le voci più critiche: “Per nove anni abbiamo detto che non avremmo più votato con le liste bloccate –denuncia il parlamentare Giorgio Merlo – e ora andiamo alle urne con un Porcellum di serie B”. Per i parlamentari più vicini a Renzi questo non è un problema: “Avremo le primarie – spiega l’onorevole Silvia Fregolent – le preferenze non sono democratiche quanto sembrano. Per ottenerle bisogna spendere centinaia di migliaia di euro per la campagna elettorale”. L’elettorato democratico potrebbe però risentirsi delle candidature imposte da via del Nazareno, inoltre questo potrebbe fare da sponda al M5s: “Non possiamo fare una campagna elettorale – dice il senatore Federico Fornaro – per un Parlamento di nominati, sarebbe un regalo a Grillo” di Cosimo Caridi
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