Nel processo in appello il procuratore generale Piero De Petris ha chiesto il non doversi procedere per quattro dei nove manager o ex manager coinvolti e l'assoluzione per un dirigente di Ubs. Gli altri istituti coinvolti nella truffa al Comune milanese sono Depfa Bank, Deutsche Bank e Jp Morgan
Un milione di multa per ciascuna delle quattro banche imputate e una lieve riduzione della cifra confiscata in primo grado che era stata di 89 milioni e 600mila euro. E’ la richiesta di condanna nei confronti di Depfa Bank, Deutsche Bank, Ubs e Jp Morgan formulata oggi dal sostituto procuratore generale di Milano, Piero De Petris, al processo in appello sulla truffa dei derivati al Comune di Milano. La multa chiesta è la stessa inflitta nel dicembre del 2012 dal Tribunale. Riguardo ai nove ex manager o manager delle banche accusati di concorso nella truffa, il pg ha chiesto per quattro persone il non doversi procedere per prescrizione, quattro condanne di circa sei mesi e una assoluzione.
Il pg de Petris, al termine della requisitoria, ha sottolineato che la vicenda al centro del processo ha dimostrato un’”assoluta inadeguatezza del modello organizzativo e delle procedure di controllo” adottati. Riguardo alla lieve riduzione della cifra confiscata – in totale quasi 90 milioni – ha spiegato che “è stato fatto un errore” nei confronti di Jp Morgan, che va “emendato”, in quanto una delle operazioni che risale al settembre del 2007 non appartiene al capo di imputazione”. Il sostituto procuratore generale, nella sua dettagliata ricostruzione, ha parlato di “sollecitazione” e “reiterata e insistente prospettazione” da parte delle banche “circa la convenienza economica per convincere il proprio interlocutore”, cioè Palazzo Marino, “a effettuare l’operazione” e quindi a sottoscrivere i contratti derivati nel 2005 e rinegoziati nel 2007.
E ciò, a suo dire, sarebbe avvenuto senza rispettare gli “obblighi informativi sui costi impliciti e la convenienza” più che mai necessari in quanto “gli uffici comunali non avevano le competenze finanziarie” adeguate. Inoltre, ha sottolineato, “la funzione di consulenza” da parte degli istituti di credito “è stata prestata nell’ottica del proprio interesse” e non di quello del Comune. Quanto alle persone fisiche imputate, De Petris ha chiesto la condanna di Marco Santarcangelo (Depfa Bank) a 6 mesi, 15 giorni e 60 euro di multa (8 mesi e 15 giorni e 90 euro di multa in primo grado), di Tommaso Zibordi (Deutsche Bank) a 6 mesi (7 mesi e 15 giorni con una multa di 70 euro in primo grado), di Antonio Creanza (JpMorgan) a 6 mesi, 15 giorni e 60 euro di multa (8 mesi e 15 giorni e una multa di 90 euro in primo grado), e di Gaetano Bassolino (figlio dell’ex Governatore della Campania e ex dirigente di Ubs) a 6 mesi e 50 euro di multa (7 mesi e 70 euro).
La riduzione della pena è stata motivata dal fatto che, per alcuni capi di imputazione, è intervenuta la prescrizione. De Petris ha chiesto anche di dichiarare la prescrizione per William Francis Marrone (Depfa Bank), Fulvio Molvetti (JpMorgan), Carlo Arosio (Deutsche Bank), e Matteo Stassano (Ubs), già condannati dal Tribunale a 6 mesi e 15 giorni e 60 euro di multa, e l’assoluzione per Alessandro Foti (Ubs), per via di un quadro probatorio “incerto”. Per quanto su molti episodi sia intervenuta la prescrizione, secondo il sostituto pg, da parte degli imputati c’era stata comunque “consapevolezza del danno arrecato” alle casse del Comune di Milano (ha transato con le banche e nel 2012 è uscito dal processo come parte civile) e un illecito profitto di circa 88 milioni per le banche.