“Vogliamo restare in Italia, non abbiamo alcuna intenzione di andare via”. E’ quanto afferma l’amministratore delegato di Electrolux Italia, Ernesto Ferrario, nel corso dell’audizione in commissione Industria del Senato, sottolineando però che “vogliamo essere sicuri della base competitiva“.

Il manager sostiene che l’azienda “non hai mai proposto il taglio del 40% del salario, non c’è un documento che lo indichi”, sottolineando che quella è stata una percentuale “estrapolata” da calcoli non corretti dei sindacati. Né “abbiamo chiesto di ridurre l’orario di lavoro a sei ore: non è legalmente né tecnicamente possibile”. Invece “abbiamo chiesto di continuare con l’orario 6+2, di cui 2 ore con i contratti di solidarietà”. Ferrario sostiene poi che “se non riceviamo alcun tipo di informazione, non possiamo fare un piano industriale quinquennale ma lo faremo di un anno” e l’anno prossimo si ricomincerà.

Intanto dai No Tav a Casapound, passando per il movimenti per il diritto all’abitare, sempre più persone scendono in campo al fianco dei lavoratori Electrolux per quella che sembra essere diventata una “battaglia di popolo” sostenuta da un fronte che spazia dall’estrema destra all’estrema sinistra e che potrebbe finire con il ritrovarsi in piazza insieme a Roma, nella grande manifestazione annunciata martedì dai sindacati e di cui resta ancora da fissare la data. I più decisi sembrano i movimenti per la casa, che si dicono pronti a sfilare accanto ai lavoratori dell’Electrolux perchè “la situazione” che si sta creando “è molto grave”.

L’adesione ufficiale alla mobilitazione annunciata da Fim, Fiom e Uil potrebbe arrivare proprio questa domenica, in vista dell’Assemblea Nazionale alla quale, spiega Paolo Di Vetta, portavoce di Abitare nella crisi, “pensavamo di invitare tutto il mondo del lavoro. Stiamo seguendo la vicenda con molta attenzione – sottolinea – se i lavoratori decideranno di partecipare alla nostra Assemblea Nazionale, dove decideremo da dove ripartire dopo il 19 ottobre, saremo pronti a sostenerli nel caso decidessero di scendere in piazza”.

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