Niente espulsione per il deputato del Movimento 5 Stelle Tommaso Currò, finito sotto accusa per aver firmato ‘in solitario’ un subemendamento alla legge di Stabilità. “Troppo locale e fatto per motivi elettorali”. Queste erano le accuse all’eletto siciliano che, per permettere l’istituzione dell’area marina protetta di Milazzo, aveva cercato e ottenuto i voti di Forza Italia, Pd, Ncd e Sel. Al momento di votare l’avvio della procedure di espulsione, a quanto si apprende, nessuna mano si sarebbe levata tra i deputati riuniti, nonostante in sei avessero chiesto di riaffrontare, anche questa settimana, la vicenda. Al contrario, l’assemblea ha deciso -con 23 voti favorevoli, 21 contrari e 10 astenuti– di optare per una sanzione, che dovrà essere decisa dal capogruppo Federico D’Incà. Nessun ritorno dunque, almeno per il momento, dell’epoca delle espulsioni e del voto online per decidere della sorte di parlamentari “dissidenti”. La bagarre alla Camera degli ultimi giorni e le polemiche con le istituzioni avevano scaldato nuovamente gli animi. La paura era quella di riempire le pagine dei giornali con le polemiche interne e le discussioni sul gruppo. L’assemblea ha così deciso di bloccare la procedura. Nell’occhio del ciclone anche i deputati Ivan Catalano e Paola Pinna, ma uscite e processi in streaming non fanno parte della strategia dei prossimi mesi per il Movimento 5 Stelle.
A quanto si apprende, inoltre, la riunione dei grillini si sarebbe soffermata a lungo sul caso di Massimo De Rosa, il deputato querelato da alcune colleghe del Pd per la frase sessista pronunciata in commissione Giustizia. Questo avrebbe fatto saltare i nervi ad alcuni ‘ortodossi’, che alla spicciolata hanno abbandonato la riunione. “Dobbiamo discutere dello svuota-carceri – lamenta un deputato- e siamo qui a perderci su queste ca….te. Così distruggiamo il Movimento”. La parola d’ordine ora, soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo maggio, è quella di serrare i ranghi e non mostrare cedimenti. “Sappiate – scrive su Facebook il deputato Manlio Di Stefano – che ora le proveranno tutte fino a maggio, la nuova strategia per logorarci, molto più subdola del ‘siete fascisti e violenti’, verte sullo spaccare il gruppo dall’interno“. Come ci stanno provando? Per Di Stefano ci sono “ben due strade, la prima è creare questa falsa divisione tra uomini e donne sul caso De Rosa, tecnica destinata a fallire miseramente perché a differenza di altri noi viviamo in assemblea quasi permanentemente quindi ci confrontiamo quotidianamente. L’altra è spingere sul tema ‘i nuovi leader del M5S’ con l’obiettivo di creare invidie verso quei personaggi maggiormente esposti (vedi Di Battista e Di Maio). Anche questa – sostiene – è destinata a fallire miseramente”.
Politica
M5s, assemblea blocca espulsione del deputato Currò. Per lui solo una sanzione
Il gruppo a Montecitorio ha deciso di non far partire la procedura per la cacciata del parlamentare. L'accusa era quella di aver fatto approvare un emendamento "troppo locale" per soli "motivi elettorali" e aver cercato i voti di Forza italia, Pd, Ncd e Sel, senza ascoltare i colleghi del Movimento
Niente espulsione per il deputato del Movimento 5 Stelle Tommaso Currò, finito sotto accusa per aver firmato ‘in solitario’ un subemendamento alla legge di Stabilità. “Troppo locale e fatto per motivi elettorali”. Queste erano le accuse all’eletto siciliano che, per permettere l’istituzione dell’area marina protetta di Milazzo, aveva cercato e ottenuto i voti di Forza Italia, Pd, Ncd e Sel. Al momento di votare l’avvio della procedure di espulsione, a quanto si apprende, nessuna mano si sarebbe levata tra i deputati riuniti, nonostante in sei avessero chiesto di riaffrontare, anche questa settimana, la vicenda. Al contrario, l’assemblea ha deciso -con 23 voti favorevoli, 21 contrari e 10 astenuti– di optare per una sanzione, che dovrà essere decisa dal capogruppo Federico D’Incà. Nessun ritorno dunque, almeno per il momento, dell’epoca delle espulsioni e del voto online per decidere della sorte di parlamentari “dissidenti”. La bagarre alla Camera degli ultimi giorni e le polemiche con le istituzioni avevano scaldato nuovamente gli animi. La paura era quella di riempire le pagine dei giornali con le polemiche interne e le discussioni sul gruppo. L’assemblea ha così deciso di bloccare la procedura. Nell’occhio del ciclone anche i deputati Ivan Catalano e Paola Pinna, ma uscite e processi in streaming non fanno parte della strategia dei prossimi mesi per il Movimento 5 Stelle.
A quanto si apprende, inoltre, la riunione dei grillini si sarebbe soffermata a lungo sul caso di Massimo De Rosa, il deputato querelato da alcune colleghe del Pd per la frase sessista pronunciata in commissione Giustizia. Questo avrebbe fatto saltare i nervi ad alcuni ‘ortodossi’, che alla spicciolata hanno abbandonato la riunione. “Dobbiamo discutere dello svuota-carceri – lamenta un deputato- e siamo qui a perderci su queste ca….te. Così distruggiamo il Movimento”. La parola d’ordine ora, soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo maggio, è quella di serrare i ranghi e non mostrare cedimenti. “Sappiate – scrive su Facebook il deputato Manlio Di Stefano – che ora le proveranno tutte fino a maggio, la nuova strategia per logorarci, molto più subdola del ‘siete fascisti e violenti’, verte sullo spaccare il gruppo dall’interno“. Come ci stanno provando? Per Di Stefano ci sono “ben due strade, la prima è creare questa falsa divisione tra uomini e donne sul caso De Rosa, tecnica destinata a fallire miseramente perché a differenza di altri noi viviamo in assemblea quasi permanentemente quindi ci confrontiamo quotidianamente. L’altra è spingere sul tema ‘i nuovi leader del M5S’ con l’obiettivo di creare invidie verso quei personaggi maggiormente esposti (vedi Di Battista e Di Maio). Anche questa – sostiene – è destinata a fallire miseramente”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".