E' quanto accade a Mantova, dove l'allenatore della locale squadra del campionato Berretti ha mandato i suoi giovani calciatori a 'scuola' di musica classica. Con risultati sorprendenti
Dovevano essere la squadra materasso del torneo nazionale giovanile “Berretti”. Allenatore nuovo, alla prima esperienza sulla panchina e giocatori normali, nessuna promessa pronta a sbarcare in prima squadra. E invece, dopo 17 partite, la squadra del Mantova, allenata da Elia Pavesi, è prima nel suo girone, imbattuta, unica in Italia, con 47 punti frutto di 15 vittorie e due pareggi. Ma il mister – fatte salve preparazioni tecnica, tattica e atletica – ha un segreto: riesce a far funzionare la squadra come un’orchestra sinfonica, proprio perché i suoi ragazzi li porta a lezione da un ensemble, l’Orchestra da Camera di Mantova. “Contrariamente a quanto si possa pensare – spiega mister Pavesi – i punti in comune fra un’orchestra e una squadra di calcio sono moltissimi. Vedendo come i componenti di un’orchestra, i musicisti, interagiscono tra loro durante le prove in preparazione di un concerto i miei ragazzi, e anche io, abbiamo capito le dinamiche di un gruppo capace di lavorare in armonia per arrivare a raggiungere un obiettivo comune”.
Per l’orchestra un concerto senza “stecche”, per la squadra di calcio la vittoria. Per farsi un’idea di come funziona l’iniziativa, basta andare a una lezione di “team building”, nel particolare quella tenutasi venerdì 31 gennaio al teatro Bibiena di Mantova. Prima regola disciplina e rispetto, per cui cellulari spenti e gomme da masticare depositati negli appositi cestini. “Ma questa è una regola che ho dato io ai miei giocatori il primo giorno d’allenamento” tiene a precisare l’allenatore. I ragazzi, 28 di età compresa fra i 16 e i 17 anni, seduti in religioso silenzio ascoltano le parole del musicologo Giovanni Bietti: “L’orchestra – dice – è uno straordinario esempio di team performante. Si tratta di un modello convincente di squadra, improntata ad un’armonia consonante di individualità eterogenee e qualificate, tutte concentrate ed unite nella realizzazione di uno stesso processo sotto una leadership carismatica ed autorevole”. Il direttore d’orchestra che trasposto sul rettangolo verde, seduto in panchina assume le sembianze dell’allenatore.
E’ lui l’uomo d’ordine, colui che, in un’orchestra piuttosto che in una squadra di calcio, dovrà far convivere personalità diverse, far capire che i solisti devono lavorare per il bene della squadra o dell’orchestra. Un esempio, quest’ultima, di razionale organizzazione interna, strutturata in sezioni strumentali (archi, legni, fiati, percussioni), l’equivalente dei reparti di una squadra: difesa, centrocampo e attacco. Ecco che allora per capire come l’Orchestra da Camera di Mantova si stia preparando a un match clou quale il concerto in programma domenica 2 febbraio al Concertgebouw di Amsterdam, un po’ il Wembley della musica classica, i 28 atleti hanno anche assistito alle prove dell’ensemble tenutesi proprio venerdì 31 al Bibiena, dopo la lezione teorica. Hanno visto con i loro occhi come gli strumenti trovino armonia, come i suoni si fondano andando a formare una melodia meravigliosa quale la Quinta Sinfonia di Schubert. Ora sta a loro, gli undici in campo, dimostrare, ancora una volta, come anche il sibilo di un pallone che si infila in porta gonfiando la rete sia armonico, suono piacevole per le orecchie “da stadio”. Intanto il loro allenatore sta già pensando a un altro metodo innovativo d’allenamento: “Li porterò a lezione da un architetto, che insegni loro l’importanza degli spazi”.