Puntuale come sempre, anche quest’anno il nuovo episodio di Call of Duty, la multimilionaria saga bellica creata da Infinity Ward, è arrivato nei negozi di tutto il mondo. Dopo un esordio in sordina su console di vecchia generazione (PlayStation 3 e Xbox 360), Ghosts – questo il titolo del gioco – ha fatto il suo debutto anche su PlayStation 4 e Xbox One, gettando le fondamenta per il futuro dell’intera serie.
Call of Duty: Ghosts è ambientato in un futuro non troppo distante dove, a seguito della distruzione nucleare di gran parte del Medio Oriente, le nazioni sudamericane (rimaste le sole produttrici di petrolio) creano una Federazione capace in brevissimo tempo di alterare gli equilibri mondiali, portando così l’intero pianeta sull’orlo della Terza Guerra Mondiale. Manco a dirlo, il compito dei giocatori sarà quello di neutralizzare tutte le minacce, a partire da un ex commilitone che, dopo aver disertato, ha venduto le sue conoscenze ad alcuni gruppi terroristici internazionali. Come si nota da queste poche righe la trama del gioco non brilla certo per originalità o dettagli drammatici, tuttavia esattamente come accade nel cinema d’azione lo sviluppo delle vicende serve solo per dare un senso all’esplorazione dei vari ambienti e a sempre più spettacolari momenti di eroismo individuale o di squadra. Rispetto agli anni scorsi, comunque, con questo episodio Infinity Ward ha concesso un po’ troppo allo spettacolo e troppo poco alla narrazione: la campagna in giocatore singolo, infatti, può essere completata da un giocatore medio in circa sei, massimo sette ore, un po’ poco per un titolo di questa portata.
Anche sul versante multigiocatore – da sempre uno dei più amati e giocati dagli appassionati online – Call of Duty: Ghosts riserva alcune sorprese che non sono state molto apprezzate dalla comunità, come la semplificazione di alcuni passaggi della personalizzazione del proprio personaggio e, in generale, un allontanamento dal canone delle competizioni online (decisamente impegnative e complesse) a favore di chi, magari, non ha mai preso in mano un controller e si trova, per la prima volta, ad esplorare l’immenso mare del gaming su internet. Vedremo nei prossimi mesi se questa operazione di rimodulazione delle meccaniche di gioco permetterà ad Activison (producer del gioco) di conquistare nuovi appassionati e di resistere all’assalto della concorrenza, rappresentata da Battlefield, ArmA e altri titoli che arriveranno nel corso del 2014.
In generale la doppia uscita su console di vecchia e nuova generazione non ha giovato a Call of Duty, consegnandoci un gioco che non esprime al meglio quelle caratteristiche che hanno trasformato la saga in una macchina capace di fatturare miliardi di dollari. Vedremo se, con il prossimo capitolo della serie sviluppato solo su Playstation 4 e Xbox One, Activision sarà capace di sfruttare al meglio le potenzialità tecnologiche delle nuove console.