Politica

Dl Carceri, voto finale alla Camera. Buonanno (Lega) espulso dall’Aula

La Camera ha dato il primo via libera al testo che poi dovrà tornare al Senato. Continua la discussione dei 120 ordini del giorno presentati da M5S, Fdi e Lega. Proteste del deputato del Carroccio poi cacciato dall'Aula (e nel pomeriggio riammesso)

La Camera ha approvato la fiducia al decreto svuota carceri, ma l’ostruzionismo in Aula continua. Oltre 120 gli ordini del giorno da discutere prima di procedere con la votazione finale. A opporsi e a chiedere il voto su ogni punto sono Lega Nord, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. Il deputato del Carroccio Gianluca Buonanno è stato espulso dall’Aula: nella serata di martedì 4 febbraio ha infatti mostrato un paio di manette in segno di protesta causando la sospensione della seduta per alcuni minuti. Questa mattina invece, a far scattare la sanzione del vicepresidente Di Maio, è stato un cartello contro i deputati Pd, definiti “complici dei mafiosi”. Nel pomeriggio ha fatto sapere di “essersi pentito” ed è stato riammesso alla seduta con una decisione “eccezionale” della presidente Boldrini.
I lavori, intanto, procedono a rilento. I deputati M5S stanno intervenendo a raffica nell’Aula. Le votazioni sul decreto legge carceri proseguiranno fino alle 20. Giovedì mattina si continuerà l’esame degli ordini del giorno sul decreto carceri. Le dichiarazioni di voto finali, trasmesse in diretta televisiva, dovrebbero avere inizio alle 12. A mettere fretta all’Aula, anche le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto a Strasburgo: “Se non si daranno risposte alla sentenza della Corte dei Diritti umani sullo stato delle carceri saranno accolti tutti i ricorsi dei detenuti e lo Stato italiano sarà condannato a pagare cifre enormi, si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro”.

Gli ordini del giorno sono stati presentati per la maggior parte dal Movimento 5 stelle, che, dopo le proteste sul decreto Imu-Bankitalia, ha fatto sapere di non volere fare ostruzionismo ma di volere comunque intervenire su tutti i punti. Il M5s aveva presentato inizialmente 106 emendamenti, ridotti successivamente a 98 visto che alcuni erano identici. Il Governo, ieri sera, ha incassato la fiducia sul decreto: i sì sono stati 347, i no 200. Il decreto è in scadenza il 21 febbraio e deve ancora essere esaminato dal Senato prima della conversione definitiva.

Il testo approvato e gli ordini del giorno
La fiducia (chiesta dal governo per evitare che l’ostruzionismo dell’opposizione possa bloccarne la conversione in legge) è stata messa sul testo così come modificato dalla commissione Giustizia. In particolare, sono stati esclusi dalla liberazione anticipata speciale lo sconto di pena di 75 giorni, invece degli attuali 45, per ogni semestre di detenzione – i detenuti per reati di mafia, omicidio, violenza sessuale, estorsione. Modifiche che portano la firma della presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd) e votate anche da M5s e Lega, che però hanno abbandonato la commissione per protesta contro il tempo ristrettissimo a disposizione. 120 gli ordini del giorno presentati in Aula. Approvata la modifica proposta dalla deputata M5S Gessica Rostellato: “Eliminare tutti gli ostacoli che ancora non permettono alle madri e ai loro figli, quelli di età compresa tra zero a sei anni, di scontare la pena detentiva in un luogo diverso dal carcere nonché ad istituire le case famiglia protette, al di fuori delle strutture penitenziarie, da considerarsi una forma detentiva privilegiata quando sia indirettamente coinvolto un bambino”. Via libera inoltre all’odg a firma Dalila Nesci: “Adottare ogni iniziativa, anche di natura normativa, affinché tutti i detenuti e i soggetti comunque privati dalla libertà personale possano rivolgersi al Garante nazionale senza alcun vincolo di forma”.

M5S: “Vorremmo portare alla decadenza il decreto. Tempi a favore del Governo”
In mattinata il Movimento 5 Stelle ha tenuto una conferenza stampa per presentare le proprie posizioni e critiche sull’argomento. “Ci piacerebbe portare alla decadenza il decreto“, ha dichiarato il capogruppo Federico D’Incà, “Certo è che questa volta i tempi sono a favore dal Governo. Speriamo comunque che il Senato possa migliorare questo decreto”. Le accuse avanzate dai deputati riguardano le modalità della discussione e il contenuto del testo: “Il decreto Carceri è un indulto mascherato, il dibattito è stato decapitato ed è stato messo un bavaglio alle opposizioni”. Ad intervenire alla conferenza i deputati Giulia Sarti, Vittorio Ferraresi, Alfonso Bonafede e Francesca Businarolo. Secondo i 5 stelle, durante i lavori di commissione, c’è stata “da parte della presidente Donatella Ferranti (Pd)” una gestione “dittatoriale dei lavori“. A prendere la parola anche Alfono Bonafede, che sulla liberazione anticipata speciale ha detto: “Anche il Dap ci ha spiegato”, durante un’audizione in commissione, “che ad usufruire della liberazione anticipata, che ha effetto retroattivo, saranno il 100%” dei detenuti a cui sarà riconosciuta la buona condotta. Altro punto critico è quello dei braccialetti elettrocni. “Ne viene incentivato l’uso”, denunciano, “mentre in Telecom, ad occuparsi di questo, c’è il figlio. Ve li immaginate gli incontri tecnici sui braccialetti? Attorno al tavolo il ministro Alfano, la collega Cancellieri e, per Telecom, il figlio Piergiorgio Peluso. La stortura è il fatto che i braccialetti elettronici diventino, con questo decreto, la regola e non più l’eccezione”.

Ferranti (Pd): “Basta falsità sul testo. Non è un indulto mascherato”
“Un conto è l’ostruzionismo, un conto è sentire in aula sproloqui, falsità e citazioni farlocche”. Così Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia alla Camera, liquida le argomentazioni di Lega e 5 stelle contro il decreto carceri: “Convertire questo decreto è un obbligo imposto dalla nostra coscienza e da una sentenza dell’Europa. E comunque, parlare di indulto mascherato è pura disonestà intellettuale. Il testo su cui è stata votata la fiducia, checché ne dicano gli apocalittici dello sfascio, contempera appieno garanzie umanitarie ed esigenze di sicurezza”. Piuttosto, insiste l’esponente del Pd, “incuriosisce la perfetta coincidenza di slogan e luoghi comuni tra grillini e leghisti: il nuovo a 5 stelle è già così terribilmente vecchio”. Quanto alle critiche di gestione dittatoriale dei lavori in commissione, Ferranti replica: “I 5 stelle prima bloccano le sedute con violenza e protervia impedendo ogni votazione e poi protestano per la mancanza di tempo sono accuse ridicole e infondate, che rimando al mittente”.

Salvini (Lega Nord): “E’ un’offesa alle forze dell’ordine”
Fortemente critico sul decreto, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: ”Fare uscire in un momento come questo, in maniera anticipata, migliaia di delinquenti, di rapinatori, di aggressori è una mancanza di rispetto nei confronti dei poliziotti, dei carabinieri, dei vigili urbani e delle vittime di questi reati. Un segnale pericolosissimo che gira per il mondo, per la rete, è che in Italia vieni, delinqui, e se proprio sei sfigato – ha concluso il segretario della Lega Nord – e ti beccano comunque tra un indulto, uno svuota carceri e un’amnistia ti fai, se va male, uno o due anni e poi sei di nuovo fuori”.