I primi "sì" potrebbero arrivare già il prossimo autunno. Cattolici e protestanti si sono opposti alla decisione del Parlamento ma per il governo "si è trattato della scelta giusta". L'associazione GayLib: "Italia prenda esempio"
Sì ai matrimoni tra persone dello stesso sesso anche in Scozia. Il parlamento ha approvato la proposta di legge che introduce nozze e unioni civili, con 105 voti a favore e 18 contrari. Le prime nozze potrebbero così celebrarsi sul territorio scozzese già il prossimo autunno. Il governo di Edimburgo sottolinea che “si è trattato della scelta giusta”, nonostante le due principali confessioni nel Paese si oppongano. Il testo di legge stabilisce tuttavia che nessuna comunità religiosa verrà obbligata a celebrare i matrimoni in chiesa, se non lo vorrà.
E sulla decisione del parlamento scozzese si concentrano le attenzioni anche delle associazioni gay italiane. “Sempre più Paesi stanno aprendo gli occhi sul fronte dei diritti civili e non possiamo non essere felici per i grandi progressi compiuti dall’Europa in un arco di tempo relativamente breve. Il ‘Marriage and Civil Partnership bill approvato dalla Scozia ne è prova”. Afferma il presidente italiano di GayLib, Sandro Mangano.
“La norma è rivoluzionaria e rispettosa al tempo stesso – aggiunge Mangano – perché non impone alle confessioni religiose di celebrare le nozze gay. Altro fattore che stupisce positivamente è il clima di assoluta serenità che ha contraddistinto il dibattito parlamentare. In Italia, per intenderci, ce lo potremmo sognare, così come attendiamo da troppo tempo di poter pronunciare anche noi il fatidico sì”. Dello stesso parere Enrico Oliari, responsabile Esteri GayLib, che sottolinea come “il progresso della Scozia sia senza pari, se si pensa che fino a 33 anni fa l’omosessualità era considerata un reato: l’Italia – conclude – impari, e faccia ammenda”.