A scatenare la bufera era stato il capogruppo alla Camera Renato Brunetta furente contro Lucia Annunziata e Fabio Fazio accusati di essere parziali e di aver violato la par condicio con le loro trasmissioni. Secondo i giudici "per stabilire se una trasmissione d’informazione rispetti i principi 'di pluralità e parità di trattamento' non è particolarmente significativo il numero degli esponenti di ciascun raggruppamento politico, e la quantità di tempo a ciascuno di essi dedicata"
A scatenare la bufera era stato il capogruppo alla Camera Renato Brunetta furente contro Lucia Annunziata e Fabio Fazio accusati di essere parziali e di aver violato la par condicio con le loro trasmissioni.
Oggi il Tar del Lazio ha dato alla Rai che aveva presentato un ricorso contro Agcom, sostenendo che non ci sono state le violazioni di pluralismo nei programmi di Rai3 ‘In mezz’ora’ e ‘Che tempo che fa’. La decisione dell’Agcom, che aveva ordinato alla tv pubblica di garantire una maggiore presenza di esponenti dell’allora Pdl nei programmi, era arrivata dopo le denunce presentate da Renato Brunetta.
Secondo il Tar “per stabilire se una trasmissione d’informazione rispetti i principi ‘di pluralità e parità di trattamento’ non è particolarmente significativo il numero degli esponenti di ciascun raggruppamento politico, e la quantità di tempo a ciascuno di essi dedicata”.
La Rai esprime soddisfazione per l’accoglimento da parte del Tar del Lazio del ricorso. “Le motivazioni suscitano insieme sconcerto e un senso di liberazione” invece tra i parlamentari di Forza Italia come si legge Il Mattinale, la nota politica dei parlamentari di Silvio Berlusconi. “Sono molto soddisfatto per la sentenza del Tar e sono molto contento per la Rai, per Raitre e soprattutto per due grandi professionisti come Fabio Fazio e Lucia Annunziata che avevano subito una accusa rivelatosi alla fine gratuita e inconsistente – commenta il direttore di Rai3, Andrea Vianello – Quella di oggi è una sentenza importantissima perché sancisce due cose. Primo, due tra i nostri programmi più autorevoli non hanno violato il pluralismo che li contraddistingue come abbiamo sempre sostenuto. Secondo che l’informazione televisiva non è uguale alla comunicazione politica: segue le regole della priorità delle notizie e delle scelte giornalistiche e non le mere misurazioni matematiche di tempo e di parola con il bilancino. La Rai, con le sue trasmissioni, continuerà ad assicurare, come sempre, l’equilibrio e il rispetto del pluralismo”.