Una mandibola e un'orbita fratturate, la milza spappolata, un vasto ematoma al cervello, "ferite devastanti che vediamo solo nei casi di gravi incidenti automobilistici". Così Maurizio Falcioni ha ridotto la compagna, la 19enne Chiara Insidioso Monda. Affetta da un lieve ritardo mentale, la ragazza viveva con il muratore romano in uno scantinato di Ostia. Suo papà aveva denunciato più volte l'uomo. Ora dice: "La mia bambina è un vegetale. Devo augurarmi che non sopravviva"
“Non l’ho picchiata. Ha avuto un malore, ha perso i sensi ed è svenuta”. Maurizio Falcioni, muratore romano di 35 anni con precedenti per droga, continua a negare. Di fronte ai carabinieri che lo accusano di tentato omicidio e lesioni gravissime, nel carcere a Regina Coeli non ammette di aver ridotto in fin di vita la sua compagna, la 19enne Chiara Insidioso Monda con cui conviveva in un sottoscala di 15 metri quadrati in via Emilio Costanzi, a Casal Bernocchi, quartiere del X Municipio alla periferia di Roma. Anche ai vicini, ai quali si era rivolto per chiedere i primi soccorsi, Maurizio ha detto che la ragazza era caduta dopo aver perso i sensi. Difficile però, anzi impossibile, che una caduta provochi le lesioni riscontrate su Chiara, operata per 7 ore dai medici nel tentativo di ridurre l’ematoma cerebrale. E poi una mandibola e un’orbita fratturate, la milza spappolata, “ferite devastanti che vediamo solo nei casi di gravi incidenti automobilistici“, hanno detto i dottori che hanno tentato di salvarla, prima all’Ospedale Grassi di Ostia e poi al San Camillo di Roma.
Il padre di Chiara, Maurizio, tassista romano di 42 anni, ha perso la speranza. Intervistato da CorriereTV l’uomo dichiara tutta la sua disperazione: “E’ ridotta a un vegetale. Anche se si svegliasse avrebbe danni permanenti, per questo, da padre, mi auguro che non sopravviva“. Lui che si era sempre opposto a quella convivenza, ora non si dà pace e spiega di aver già tentato di sottrarre sua figlia alla follia di quell’uomo: “Lo avevo denunciato ma non sono riuscito a salvarla. Ho sempre pensato che lei fosse stata circuita. Lei non mi ha mai raccontato di violenze, a questo punto c’è il rischio che possa aver subito altri pestaggi”. Dopo essersi diplomata all’istituto alberghiero, la ragazza, che ha un piccolo ritardo cognitivo, aveva deciso di andare a convivere dal fidanzato, lasciando la casa del padre, separato dalla madre, un’olandese che invece vive fuori Roma.
La motivazione della lite, se un motivo può essere trovato a tanta brutale violenza, è spiegato dagli inquirenti come “gelosia”. “Hai un altro, dimmi la verità“, sentivano i vicini di Maurizio e Chiara, tra le urla. E ancora fracasso, rumori di mobili e porte sbattute. Poi il 35enne ha infierito su Chiara, pestandola quando era già agonizzante. Quando lui è uscito da casa per chiedere aiuto, la fidanzata era in terra esanime e incosciente. “E’ svenuta ed è caduta”, ha detto Maurizio di fronte all’incredulità dei vicini del suo palazzo prima di chiamare il 118. I carabinieri di Ostia non hanno creduto alla sua versione e lo hanno arrestato. Ma la confessione non arriva ancora