I titoli oscillano tra “Il lato dark di Woody” e “Woody violento” e la domanda del tutto impropria e fuorviante è quella che pone, tra gli altri l’inviato a New York de La Stampa:“può il successo artistico di un uomo metterlo al riparo di comportamenti infamanti”?
Tutti “i grandi giornali” e molti Tg, dopo aver fatto da cassa di risonanza ai tweet indignati e denigratori nei confronti di Woody Allen sollecitati dall’intervento di Ronan Farrow contro il padre, onorato con il Golden Globe Award alla carriera, riportano accorati l’intervista della presunta vittima “dell’orco” a prescindere dalla cronologia e dalla ricostruzione dei fatti.
Come era successo nel lontano ’92 a seguito della “scandalosa” separazione da Mia Farrow, per la relazione con l’allora quasi ventenne Soon-Yi Previn, i commenti da moralisti gossipari particolamente ostili ad un outsider di fama mondiale, da sempre volutamente ai margini dello star system, sommergono gli elementi oggettivi delle indagini e delle inchieste sui presunti abusi.
A distanza di 22 anni e sull’onda del consenso sul web riportato dal tweet del fratello Ronan “Mi sono perso il tributo. La parte in cui una donna conferma di essere stata molestata a 7 anni l’hanno messa prima o dopo Annie Hall?” Dylan Farrow ha pubblicato una lettera sul NYT in cui ribadisce le accuse di molestie, ma ora anche di violenza sessuale, che due inchieste di oltre vent’anni fa, una a New York e una nel Connecticut hanno archiviato. Nel ’93 periti medici indipendenti e psicologi dichiararono formalmente che non era mai esistito alcun abuso e che l’accusa era frutto di fantasia, probabilmente instillata dalla madre adottiva.
Tutta la vicenda, e si tratta di un dettaglio non marginale che i più giovani possono non avere presente, si inscrive in una guerra ventennale ingaggiata da Mia Farrow nei confronti di Woody Allen a colpi di rivelazioni choc sul loro ménage, autobiografie distruttive nei confronti dell’ex, divieto assoluto di vedere il figlio naturale al quale ha cambiato nome, interviste scoop come una recente a Vanity Fair dove dichiara che Ronan sarebbe il figlio di Frank Sinatra.
In una corretta ricostruzione dei fatti che dovrebbero essere, al di là delle simpatie e delle sensibilità personali, la premessa dei commenti andrebbe anche ricordato che “lo scandalo molestie” emerge con le reiterate denunce di Mia Farrow solo dopo la scoperta della relazione tra Allen e la giovane figlia adottiva Soon-Yi e viene usato da allora per la damnatio memoriae in vita dell’ex-compagno.
La comprensione per la sofferenza probabilmente autentica di una giovane frastornata e condizionata dalla madre, protagonista suo malgrado, insiema al fratello Ronan, di un dramma familiare più adatto alla tragedia greca che al voyerismo mediatico, non può risolversi in un atto d’accusa generalizzato e senza prove nei confronti di un uomo ormai anziano, che ha sempre preferito il silenzio. Lo ha rotto solo per ribadire laconicamente che le accuse sono false e che la sua estraneità è emersa dalle inchieste che lo hanno scagionato; una nota troppo stringata e troppo poco colorita per avere l’onore delle prime pagine.
Con la consapevolezza che il terreno dell’accertamento delle molestie sui minori costuisce uno dei percorsi giudiziari più accidentati e che in questo caso si è fermato prima del dibattimento, sarebbe bene evitare di mettere sullo stesso piano situazioni che non hanno alcuna attinenza come è stato fatto citando Roman Polanski, condannato in via definitiva per stupro.
E magari sarebbe forse il caso di tenere presente che Woody Allen e Son-Yi sono a loro volta genitori adottivi di due bambine. A meno che si voglia sostenere che il sistema investigativo americano è marcio e che vengono date disinvoltamente in adozione bambine di pochi anni a pericolosi pedofili.
In tutto il dibattito che coinvolge New York ed il pubblico americano c’è anche chi pensa che il dirompente rilancio mediatico delle accuse faccia parte di un strategia per sabotare le tre nomination per Blue Jasmine , splendido rientro americano di Woody e soprattutto l’Oscar molto probabile a Cate Blanchett come migliore attrice.
Sarebbe un bel segnale, tanto per tenere ben separati i piani, che le accuse e gli incredibili appelli dei Farrow al mondo del cinema finalizzati ad isolare e punire Allen, avessero come risposta un meritatissimo Oscar a Blue Jasmine per la migliore sceneggiatura.
Daniela Gaudenzi
Esperta di giustizia, blogger
Cultura - 5 Febbraio 2014
Woody Allen: sbatti l’orco in prima pagina
I titoli oscillano tra “Il lato dark di Woody” e “Woody violento” e la domanda del tutto impropria e fuorviante è quella che pone, tra gli altri l’inviato a New York de La Stampa:“può il successo artistico di un uomo metterlo al riparo di comportamenti infamanti”?
Tutti “i grandi giornali” e molti Tg, dopo aver fatto da cassa di risonanza ai tweet indignati e denigratori nei confronti di Woody Allen sollecitati dall’intervento di Ronan Farrow contro il padre, onorato con il Golden Globe Award alla carriera, riportano accorati l’intervista della presunta vittima “dell’orco” a prescindere dalla cronologia e dalla ricostruzione dei fatti.
Come era successo nel lontano ’92 a seguito della “scandalosa” separazione da Mia Farrow, per la relazione con l’allora quasi ventenne Soon-Yi Previn, i commenti da moralisti gossipari particolamente ostili ad un outsider di fama mondiale, da sempre volutamente ai margini dello star system, sommergono gli elementi oggettivi delle indagini e delle inchieste sui presunti abusi.
A distanza di 22 anni e sull’onda del consenso sul web riportato dal tweet del fratello Ronan “Mi sono perso il tributo. La parte in cui una donna conferma di essere stata molestata a 7 anni l’hanno messa prima o dopo Annie Hall?” Dylan Farrow ha pubblicato una lettera sul NYT in cui ribadisce le accuse di molestie, ma ora anche di violenza sessuale, che due inchieste di oltre vent’anni fa, una a New York e una nel Connecticut hanno archiviato. Nel ’93 periti medici indipendenti e psicologi dichiararono formalmente che non era mai esistito alcun abuso e che l’accusa era frutto di fantasia, probabilmente instillata dalla madre adottiva.
Tutta la vicenda, e si tratta di un dettaglio non marginale che i più giovani possono non avere presente, si inscrive in una guerra ventennale ingaggiata da Mia Farrow nei confronti di Woody Allen a colpi di rivelazioni choc sul loro ménage, autobiografie distruttive nei confronti dell’ex, divieto assoluto di vedere il figlio naturale al quale ha cambiato nome, interviste scoop come una recente a Vanity Fair dove dichiara che Ronan sarebbe il figlio di Frank Sinatra.
In una corretta ricostruzione dei fatti che dovrebbero essere, al di là delle simpatie e delle sensibilità personali, la premessa dei commenti andrebbe anche ricordato che “lo scandalo molestie” emerge con le reiterate denunce di Mia Farrow solo dopo la scoperta della relazione tra Allen e la giovane figlia adottiva Soon-Yi e viene usato da allora per la damnatio memoriae in vita dell’ex-compagno.
La comprensione per la sofferenza probabilmente autentica di una giovane frastornata e condizionata dalla madre, protagonista suo malgrado, insiema al fratello Ronan, di un dramma familiare più adatto alla tragedia greca che al voyerismo mediatico, non può risolversi in un atto d’accusa generalizzato e senza prove nei confronti di un uomo ormai anziano, che ha sempre preferito il silenzio. Lo ha rotto solo per ribadire laconicamente che le accuse sono false e che la sua estraneità è emersa dalle inchieste che lo hanno scagionato; una nota troppo stringata e troppo poco colorita per avere l’onore delle prime pagine.
Con la consapevolezza che il terreno dell’accertamento delle molestie sui minori costuisce uno dei percorsi giudiziari più accidentati e che in questo caso si è fermato prima del dibattimento, sarebbe bene evitare di mettere sullo stesso piano situazioni che non hanno alcuna attinenza come è stato fatto citando Roman Polanski, condannato in via definitiva per stupro.
E magari sarebbe forse il caso di tenere presente che Woody Allen e Son-Yi sono a loro volta genitori adottivi di due bambine. A meno che si voglia sostenere che il sistema investigativo americano è marcio e che vengono date disinvoltamente in adozione bambine di pochi anni a pericolosi pedofili.
In tutto il dibattito che coinvolge New York ed il pubblico americano c’è anche chi pensa che il dirompente rilancio mediatico delle accuse faccia parte di un strategia per sabotare le tre nomination per Blue Jasmine , splendido rientro americano di Woody e soprattutto l’Oscar molto probabile a Cate Blanchett come migliore attrice.
Sarebbe un bel segnale, tanto per tenere ben separati i piani, che le accuse e gli incredibili appelli dei Farrow al mondo del cinema finalizzati ad isolare e punire Allen, avessero come risposta un meritatissimo Oscar a Blue Jasmine per la migliore sceneggiatura.
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Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.