L'appuntamento è per venerdì 7 febbraio, alle 18, alle libreria Melbook Store di via Rizzoli. L'autore dialogherà insieme alla politologa Elisabetta Gualmini e alla giornalista di Servizio Pubblico, Francesca Fagnani
Non una biografia ma una controstoria, per illuminare le zone d’ombra della lunghissima carriera politica e istituzionale del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Fa tappa anche a Bologna il tour di presentazione del libro “Viva il Re”, ultimo lavoro del vicedirettore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Oltre 600 pagine per svelare i lati nascosti, i rapporti di potere e le vicende passate sotto silenzio del primo Presidente della storia italiana ad aver concesso il bis. O, per dirla con le parole dell’autore, di colui che “trovò una repubblica e ne fece una monarchia“.
L’appuntamento è per venerdì 7 febbraio, alle 18, alle libreria Ibs di via Rizzoli. L’autore, insieme alla politologa Elisabetta Gualmini e alla giornalista di Servizio Pubblico, Francesca Fagnani, spiegherà le ragioni che l’hanno spinto a scrivere il libro, commentando anche le ultime vicende di cronaca. Una su tutte: la richiesta d’impeachment per attentato alla Costituzione italiana presentata alcuni giorni fa dal Movimento 5 stelle.“Fra uno strappo oggi, una forzatura domani e un abuso dopodomani, Napolitano è diventato quello che tutti vediamo: il capo dello Stato di Emergenza, di Eccezione e di Necessità, che tutto può, anzi tutto deve” si legge nella presentazione firmata da Travaglio. “Può un presidente della Repubblica che ha giurato sulla Costituzione – quella vera, quella del 1948 – modificarla progressivamente a sua immagine e somiglianza, e intanto sollecitare continuamente i partiti a riformarla?”.
Nel libro, edito da Chiarelettere, si ripercorre la storia d’Italia dagli anni 50 fino a oggi, attraverso le parole, le decisioni, le scelte e le omissioni di Napolitano. Dalla sua militanza nel Partito comunista, alla vicenda Mancino e al processo sulla trattativa Stato-mafia. Dalla promulgazione di alcune leggi vergogna promosse dal governo Berlusconi, all’elezione di Mario Monti senatore a vita e alla discussa nomina di Giuliano Amato come giudice della Corte costituzionale. Nel mezzo alcuni passaggi inediti, come le memorie dell’ex ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, che rivelano il ruolo di Napolitano nella crisi del secondo governo Prodi. “In quei 722 giorni di calvario, il ministro dell’Economia matura la convinzione che Napolitano abbia fatto di tutto per indebolire, logorare, talora boicottare l’esecutivo dell’Unione”.
Insomma, qui, conclude l’autore, “si racconta il lato B” del Presidente. Quel lato “finora – salvo rare eccezioni – ignorato o relegato nel dimenticatoio, alla voce lesa maestà. Di cose che non vanno, nella sua carriera e soprattutto nei suoi sette anni e mezzo al Quirinale, ma anche prima, ce ne sono parecchie. In un altro paese, un paese davvero democratico intendo, se ne discuterebbe liberamente e laicamente. In Italia è come se fosse vietato. Tabù. Non lo è (ancora) per legge: lo è nei fatti”.