“Francamente me ne infischio”. Così il deputato del Movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista commenta l’istruttoria dell’Ufficio di presidenza della Camera, chiamato a giudicare i deputati cinque stelle per la bagarre in Aula durante la discussione del decreto Imu-Bankitalia e per le occupazioni delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia. “Pur sforzandomi – scrive Di Battista su Facebook – non riesco a intravedere alcuna autorità in questo pseudo tribunale che ci sta giudicando. Per cui fate quello che volete, francamente me ne infischio”. Il deputato del M5S ha pubblicato i dettagli del suo intervento: “Sono appena uscito dal “tribunale” della Presidenza della Camera che ha istituito un maxiprocesso contro di noi, “esseri eversivi” colpevoli di volere il rispetto del regolamento della Camera, della Costituzione e rei di aver provato a difendere 4,5 miliardi di soldi nostri da un furto ad opera del Governo (soprattutto del PD) e delle banche private”.
Tredici deputati, tutti del Movimento 5 Stelle, sono stati ascoltati oggi dall’Ufficio di Presidenza della Camera per i fatti avvenuti il 29 e 30 gennaio, tra i quali anche il deputato Felice De Rosa, accusato dal Pd per gli insulti sessisti. Le audizioni, di 5 minuti ciascuna, hanno riguardato quei parlamentari che, secondo i questori della Camera, sarebbero stati coinvolti nei fatti considerati più gravi, ovvero nell’impedimento del funzionamento degli organi parlamentari e del diritto di voto. Le sanzioni saranno comunicate lunedì 10 febbraio e sono circa 40 le persone ascoltate dall’ufficio.
Continuano infatti alla Camera le audizioni dei deputati M5s, che nei giorni scorsi si sono resi protagonisti della bagarre in Aula (il giorno della ‘tagliola’ sul decreto Imu-bankitalia) e nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia. Secondo quanto viene riferito, è la presidente Laura Boldrini a porre la prima domanda e a leggere la parte dell’istruttoria (messa a punto dai questori Paolo Fontanelli e Gregorio Fontana) che riguarda il deputato presente. L’ufficio di presidenza, infatti, ha chiamati uno a uno mentre gli altri aspettano il loro turno nella saletta antistante la biblioteca della Presidente, al primo piano di Montecitorio. Secondo quanto riferiscono i deputati Dino Alberti (il primo ad entrare), Diego De Lorenzis, Laura Castelli e Alessandro Di Battista all’ordine del giorno dell’audizione c’è solo l’occupazione delle due commissioni ma non dell’Aula. Durante il suo intervento, De Lorenzis ha riferito ai membri dell’Ufficio di presidenza che “all’interno dell’istruttoria ci sono degli errori”. I questori – spiega – “scrivono che il 30 gennaio occupavo la presidenza della commissione Affari costituzionali, ma non è così perché ero in commissione ma non nei pressi dei banchi della presidenza”. Alcuni deputati, nei loro interventi, hanno anche ricordato l’episodio che ha coinvolto il questore di Sc Stefano Dambruoso, che in Aula alla Camera (il 29 gennaio scorso) ha colpito la deputata M5s Loredana Lupo. “Quello che è successo nelle commissioni – spiega la deputata Vega Colonnese – e la violenza di Dambruoso nei confronti di una nostra deputata non possono essere scissi”. Perché – prosegue – “se poi in commissione Giustizia sono nate delle provocazioni è proprio perché ci siamo scontrati sullo schiaffo di Dambruoso”. Le sanzioni più pesanti che potrebbero essere assegnate sono la sospensione da 2 a 15 giorni, che però – ha deciso l’Ufficio di prepresidenza nei giorni scorsi – non saranno inflitte nei giorni di discussione della legge elettorale.