Le visite al sito porno crescono prima del grande evento sportivo, crollano drammaticamente mentre la sfida è in corso, e si rialzano alla conclusione del match, ma solo per i tifosi della squadra che ha perso. Questi risultati dell’analisi statistica condotta negli Stati Uniti durante il Superbowl numero 48, la finale del campionato NFL (football americano) giocato domenica pomeriggio nel New Jersey tra Seattle Seahawks e Denver Broncos: il più grande evento sportivo della stagione americana che ha visto oltre 110 milioni di spettatori incollati agli schermi nei soli States e un traffico Twitter che ha superato i 25 milioni di menzioni. E che l’evento bollato come “il più grande show della terra” sia in realtà una cosa tutta americana è dimostrato sempre dai dati di traffico sullo stesso sito, alterati in maniera sostanziosa durante la partita negli Stati Uniti e in Canada ma rimasti pressoché invariati nel resto del mondo, che disinteressandosi del football americano non ha rinunciato al suo passatempo preferito.
Se il rapporto tra guerra e sesso dall’antichità ad oggi è stato sviscerato in ogni suo aspetto, anche i più controversi, solo ultimamente gli studi accademici hanno cominciato ad analizzare le relazioni tra il mondo dello sport e quello del sesso. Più che altro però come sguardo sul corpo, aumento o diminuzione della libido, affermazione della volontà di dominio dell’uomo sulla donna. Studi di settore più specifici si sono invece interrogati in termini medico-sportivi sui vantaggi o meno dell’astinenza per gli atleti prima della gara.
Senza dubbio però nel rapporto tra mezzo di comunicazione sportivo e utente, il sesso la fa da padrone più che altrove: l’appassionato di sport sembra affamato di stimoli sessuali. Tutto questo è confermato dall’analisi dei dati del traffico sul sito Pornhub prima, durante e dopo il Superbowl: nelle città delle due squadre sfidanti, Seattle e Denver, nei loro rispettivi stati di provenienza Washington e Colorado, negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Prima della lunga introduzione al match – che dura svariate ore tra show, concerti, intervalli pubblicitari e tempo effettivo di gioco – c’è stato un aumento di visite di qualche punto percentuale. Fin qui anche facile da capire il perché. Durante lo show di presentazione si è assistito al primo calo: -17% di accessi a Seattle (-20% nello stato di Washington), -19% a Denver (-17% in Colorado), -6% negli Stati Uniti. Mentre il resto del mondo, totalmente disinteressato a quel che succedeva nel football americano, perdeva giusto l’uno percento.
Durante la partita poi, gli accessi sono diminuiti addirittura del 61% a Seattle (-57% nello stato di Washington), del 51% a Denver (-49% in Colorado), del 30% negli Stati Uniti in generale. E sempre dell’uno percento nel resto del mondo. Alla fine della partita, con Seattle che batteva 43-8 Denver e vinceva il primo Superbowl della sua storia, nello stato dei vincitori la media degli accessi restava dell’undici percento sotto quella usualmente riscontrata, e in città addirittura meno 17%. Ché i tifosi erano evidentemente impegnati a festeggiare in altro modo. Nel resto degli Stati Uniti invece si è registrato un leggero incremento del 4% rispetto alla media, ma dove il sito porno è stato preso d’assalto è stato nelle case degli sconfitti. In Colorado c’è stato un aumento del 9% rispetto alla media dello stato, e nella città di Denver addirittura dell’undici percento. Quali che siano le considerazioni scientifiche, eleganza impone per il futuro di evitare di chiedere ai tifosi che hanno perso che cosa hanno fatto per consolarsi.