L'Agcm punta i riflettori sui comportamenti delle due aziende in occasione delle gare bandite da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto tra il 2010 e il 2013 con possibili effetti negativi sul costo dei medicinali
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Novartis Farma e Italfarmaco per verificare l’esistenza di una possibile intesa restrittiva della concorrenza realizzata in occasione delle gare bandite da tre Regioni italiane per la fornitura di un farmaco per la cura di alcune tipologie di tumori. Lo rende noto l’Agcm in una nota. Sotto esame, secondo l’Autorità per la concorrenza e il mercato, sono i comportamenti delle due aziende in occasione delle gare bandite da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto tra il 2010 e il 2013 con possibili effetti negativi sul costo dei farmaci a carico degli enti sanitari.
Il procedimento, “notificato oggi alle parti nel corso di alcune ispezioni, condotte in collaborazione con il gruppo Antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza, è stato avviato alla luce di una segnalazione dell’Agenzia regionale centrale acquisti della Regione Lombardia, competente a bandire gare d’appalto per l’acquisto aggregato dei farmaci destinati alle aziende sanitarie localì”, si legge nella nota. La segnalazione invece riguarda l’esito delle gare bandite nel periodo 2010-2013, con particolare riferimento ai lotti relativi al principio attivo denominato octreotide acetato.
Gli elementi a disposizione, spiega l’Antitrust, “potrebbero fare supporre una possibile intesa illecita tra le due imprese alla luce di una mancata partecipazione alle gare in via autonoma e successivi tentativi di partecipazione alle stesse gare in raggruppamento temporaneo d’impresa nonché l’offerta di prezzi esattamente uguali. Si tratta di comportamenti che potrebbero costituire elementi di un’unica strategia collusiva tra le due imprese, tesa ad evitare il confronto competitivo per la fornitura di octreotide nei dosaggi richiamati agli enti sanitari, con l’obiettivo di massimizzare i relativi profitti, sulla base di una ripartizione del mercato concordata a partire dalle rispettive quote storiche di mercato”.
La ripartizione dell’offerta, se verificata, potrebbe avere avuto conseguenze negative sulla spesa per farmaci sostenuta dai diversi sistemi sanitari regionali, secondo l’Agcm: “Quando una gara va deserta, la fornitura di farmaci avviene infatti tramite contratti direttamente stipulati dai singoli enti con le imprese fornitrici a prezzi che non beneficiano degli sconti tipici delle gare che, al contrario, attraverso il confronto concorrenziale, consentono un più efficace perseguimento di risparmi di spesa anche grazie all’aggregazione della domanda”. Il procedimento, conclude la nota, deve concludersi entro il 30 giugno 2015.
“In caso di condanna, il ministero della Salute e le regioni coinvolte dovranno chiedere i danni alle due industrie, visto che un’eventuale intesa illecita, riducendo la concorrenza, non può non aver prodotto effetti negativi sulla spesa per farmaci sostenuta dal sistema sanitario e pagato, in ultima analisi, dai contribuenti italiani”, afferma il Codacons. “Se così non fosse interverremo noi a tutela degli utenti”.