Il conto del denaro pubblico buttato via per il Civis di Bologna, il tram su gomma con guida ottica vincolata voluto dalla giunta di Giorgio Guazzaloca e mai partito, si fa sempre più salato: ora si arriva a 91 milioni di euro. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ha denunciato infatti alla procura della Corte dei conti un ulteriore danno erariale pari a 48 milioni e 663 mila euro. Questa, secondo i militari, fu la somma spesa per sistemare le strade, costruire le banchine e i marciapiedi, dipingere la segnaletica orizzontale, per il passaggio del gigantesco mezzo pubblico che da anni marcisce in un deposito alla periferia della città.

Il Civis infatti non ha mai ottenuto l’autorizzazione alla circolazione da parte del ministero dei Trasporti. Spetterà ora alla procura contabile stabilire se tutti quei lavori furono inutili e soprattutto a chi imputare le spese delle infrastrutture. Le fiamme gialle intanto hanno segnalato ai magistrati otto funzionari che a loro parere potrebbero essere responsabili: i cinque componenti del consiglio di amministrazione di Atc, l’azienda dei trasporti cittadina all’epoca del bando di gara, nel 2003, due commissari che valutarono i pre-requisiti delle aziende in concorso per l’appalto e il direttore dei lavori. Va detto che la segnalazione di questi otto nomi da parte delle Fiamme gialle non equivale a una imputazione dei danni a loro carico. È infatti possibile che i magistrati della Corte dei conti archivino tutte o alcune di queste otto posizioni nel caso non le ritenga responsabili, o che inseriscano tra i responsabili altre persone (per esempio politici) legate all’affare.

Tra i ‘segnalati’, possibili responsabili di quella spesa, ci sarebbero nomi già noti nella vicenda Civis. Tre dei cinque membri dell’allora cda di Atc (vinto dal Ccc, il Consorzio cooperative costruttori, e da Irisbus), sono infatti Maurizio Agostini, Paolo Vestrucci e Claudio Comani, già imputati per corruzione nel procedimento penale che dovrebbe aprirsi a breve sulla vicenda Civis. La procura della Repubblica infatti, dopo la domanda di archiviazione per l’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, a inizio 2013 aveva chiesto il rinvio a giudizio, oltre che per i tre dirigenti Atc, anche per il presidente del Ccc Piero Collina e per alcuni dirigenti di Irisbus.

Già un anno fa, sempre nell’ambito Civis, gli uomini del nucleo di polizia tributaria, oggi guidati dal colonnello Mariano La Malfa, avevano accertato altri 40 milioni di euro di danno erariale (34 milioni più la rivalutazione) spesi per i mezzi mai messi in strada perché pericolosi. Ancora per questa tranche dell’indagine non è chiaro chi sarà chiamato a pagare dalla Corte dei conti (sempre che la prescrizione nel frattempo non mandi a monte tutto il procedimento).

Per arrivare ai 91 milioni e 130 mila euro di euro stimati dalla Guardia di finanza per il Civis bisogna citare anche un altro filone. A dicembre 2013 infatti il procuratore della Corte dei conti dell’Emilia Romagna, Salvatore Pilato, aveva inviato una citazione a giudizio a tutta la giunta di Sergio Cofferati, che ereditò da quella di Guazzaloca il progetto del tram su gomma a guida ottica vincolata. L’amministrazione del ‘Cinese’, che aveva tra i suoi componenti anche l’attuale sindaco Virginio Merola, approvò nel 2004 una variante sostanziale del progetto, provocando, secondo l’accusa dei magistrati contabili, un danno patrimoniale da 1.250.111 euro. L’inizio del processo contabile è previsto per il prossimo 7 maggio 2014 e tutti e dieci i membri della giunta, più due ex dirigenti, rischiano di dover restituire quella somma di tasca loro a Comune e Tper, l’attuale azienda del trasporto cittadino.

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