La più grande sciatrice togolese di tutti i tempi è nata 18 anni fa in Cadore. Alessia Dipol prenderà parte alle gare di slalom speciale e gigante per il paese africano, alla sua prima partecipazione ai Giochi invernali. La giovane sarà in pista il 18 e il 21 febbraio, poi avrà l’onore di portare la bandiera del Togo nella cerimonia di chiusura di Sochi 2014. Quella di Alessia Dipol è una di quelle storie che rende meravigliose le Olimpiadi. Storie sempre più rare, ma ancora possibili. Alessia è nata nel 1995 nel bellunese e vive con la sua famiglia a San Vito di Cadore. Il tempo che il liceo linguistico a Auronzo le lascia libero lo passa con gli sci ai piedi. E’ un vizio di famiglia, entrambi i genitori sono maestri e c’è il loro zampino in questa follia a cinque cerchi. Il signor Dipol ha una piccola azienda di abbigliamento con cui fa affari in Togo. I contatti per la partecipazione di Alessia Dipol a Sochi sono iniziati così e ottenere la cittadinanza non è stato un problema.

Il percorso di qualificazione, invece, non è stato per nulla semplice. La federazione sciistica dello stato africano è nata solo nel 2012: nessuno ne sentiva l’esigenza in un paese affacciato sul Golfo di Guinea e pressoché sprovvisto di montagne. Inoltre la Fis ammette solo le nazioni e gli atleti che ottengano dei risultati in gare internazionali. Alessia non si tira indietro e prende parte a una decina di gare di sci alpino. Il 20 gennaio apre il sito della federazione sciistica internazionale e scopre che a Sochi ci sarà anche lei. Per la giovane, ovviamente, non c’è nessuna ambizione di vittoria, ma l’orgoglio per avere raggiunto un grande risultato con talento, determinazione e una notevole dose di creatitivà. “Vivo in montagna e ho lo sci nel sangue – ha raccontato – Ho realizzato il mio sogno da bambina. Darò il massimo come sempre, ma l’importante è divertirmi e scoprire il mondo olimpico”.

Un entusiasmo che ora Alessia Dipol trasmette anche attraverso il suo blog, aperto pochi giorni fa per il via della competizione: “Il team Togo non lo ferma nessuno” ha postato il 4 febbraio. Del suo caso si sono accorti anche i media internazionali. Dall’India agli Stati Uniti, fino all’Australia la presenza di una sciatrice italiana con la pettorina togolese incuriosisce e suscita simpatia. La storia della giovane del Cadore è raccontata in numerosi articoli come uno degli elementi più divertenti delle Olimpiadi russe. Non paiono invece cogliere la stranezza dell’episodio in Africa dove Alessia Dipol è stata completamente adottata. Sono tre le nazionali africane che portano atleti a Sochi. Il Togo ne avrà due: oltre alla sciatrice italiana ci sarà Mathilde Petitjean, fondista vissuta da sempre in Francia che la federazione di Lomè ha convocato tramite Facebook. Alla prima apparizione anche lo Zimbabwe con lo sciatore Luke Steyn, mentre il Marocco ha già maggiore confidenza con i Giochi invernali. Chissà se questi ragazzi riusciranno a fare appassionare il continente a discipline e ambienti così lontani dal loro immaginario. Un miracolo, intanto, Alessia Dipol lo ha già compiuto: fare trepidare le valli del Veneto per i risultati di una sciatrice del Togo.

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