Giustizia & Impunità

Stamina, Vannoni rinviato a giudizio per tentata truffa. Rischio prescrizione

Il processo inizierà il 3 aprile. Il fondatore del cosiddetto 'metodo' si dice “sereno”, mentre l’inchiesta del procuratore Guariniello è alle battute finali e si ipotizza un nuovo filone d’indagine per omicidio colposo dopo la morte di alcuni pazienti sottoposti al trattamento

Rinviato a giudizio. Il primo confronto tra Davide Vannoni e la giustizia italiana si chiude con questa decisione del gup di Torino, Luca Del Colle. Il processo per tentata truffa alla Regione Piemonte si farà e inizierà il 3 aprile. All’udienza, durata poco più di un’ora, il fondatore di Stamina Foundation non si presenta e commenta così poco dopo: “Speravo che la vicenda si risolvesse già oggi, vuol dire che dimostreremo in dibattimento la mia innocenza. Sono assolutamente sereno”.

Sereno come il suo avvocato, Roberto Piacentini che lo rappresenterà anche nel processo che potrebbe iniziare una volta che la procura di Torino chiuderà il secondo filone di indagine a carico di Vannoni. Quello per cui Raffaele Guariniello ipotizza il reato di esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute che affronterà il modo diretto la questione della validità scientifica del metodo. Ma il fondatore di Stamina Foundation ostenta sicurezza (guarda video) anche di fronte all’ipotesi di un nuovo filone di indagine per omicidio colposo, che potrebbe concretizzarsi dopo morti sospette di pazienti sottoposti al trattamento Stamina.


Video di Cosimo Caridi

E’ la Regione Piemonte, che per il momento ha deciso di non costituirsi parte civile, l’ente con cui Vannoni tenta di accreditarsi come interlocutore “fidato”, prima di trovare porte aperte in Lombardia. Il pm Giancarlo Avenati Bassi ha raccolto quattro faldoni sul tentativo di ottenere, nel 2007, un finanziamento da 500mila euro dall’organismo guidato da Mercedes Bresso (Pd). Con una delibera ad hoc infatti, la giunta scelse di destinare mezzo milione all’associazione di medicina rigenerativa Onlus, di cui era socio Vannoni, per la realizzazione di un “laboratorio per lo sviluppo di tecnologie biomediche applicabili nell’ambito della medicina rigenerativa con l’utilizzo di cellule mesenchimali adulte autologhe”. La somma fu stanziata ma bloccata nell’aprile del 2008 in extremis dopo l’intervento dell’assessore alla Ricerca Andrea Bairati, su segnalazione di una ex collaboratrice di Vannoni.

Esponenti politici bipartisan in Piemonte si sono infatti confrontati con il fondatore di Stamina Foundation già prima del 2007, affidandogli il compito di svolgere ricerche di marketing e incarichi legati alla comunicazione. Nel 2000 ad esempio Vannoni ottenne una consulenza per la “promozione delle mostre a palazzo Cavour”, un’altra per il Museo egizio. Tutti rapporti “istituzionali”, assicura l’avvocato Piacentino, di fronte all’ipotesi di pressioni indebite su politici o di politici. In effetti nel 2007, grazie a un emendamento alla finanziaria in discussione a Palazzo Lascaris, il consigliere regionale Riccardo Nicotra (Nuovo Psi) propose lo stanziamento di 500mila euro da cui è partita questa indagine. Il consiglio regionale lo approvò senza indicare il destinatario.

Sul processo incombe il rischio prescrizione: per l’accusa il reato sarà prescritto alla fine del 2016 (considerando il 2008 come anno in cui è stato commesso il reato), per la difesa scatterà a giugno 2015, considerando come punto di partenza il 2007, anno in cui Vannoni presentò la domanda di finanziamento.