Il leader di Syriza, candidato alla presidenza della Commissione europea, al teatro Valle di Roma. Loda la Fiom, cita Gramsci, Togliatti e Berlinguer. "Cancellare il debito dei Paesi perlomeno del 60%"
”Il mio coetaneo” (Matteo Renzi) risponde alla crisi con le stesse ricette di Angela Merkel, quelle dell’ austerità; Beppe Grillo sa solo dire di no e non propone alternative. Al suo esordio romano, Alexis Tsipras, il leader di Syriza, la sinistra greca pronta a governare, parte in quarta e attacca immediatamente il segretario del Pd, senza mai nominarlo, e il leader del Movimento Cinque Stelle, ai quali punta a rubare gli elettori alle Europee del 25 maggio. Diventato candidato presidente della Commissione Ue e testimonial della sinistra italiana ed europea – radicale ma pro Euro – su richiesta di intellettuali come Barbara Spinelli e Paolo Flores d’Arcais, Tsipras incontra i suoi potenziali elettori sotto gli stucchi dorati del settecentesco Teatro Valle Occupato. Un teatro diventato simbolo della rivoluzione culturale della sinistra romana in quanto si è riconquistato “uno spazio pubblico di parola”, come si legge sul sito web.
Il piccolo teatro alle spalle di Piazza Navona è pieno fino all’inverosimile. Molti sono nel foyer, dove l’audio del comizio viene ritrasmesso, molti sono rimasti fuori. Il pubblico è prevalentemente di mezza età, anche anziano, mancano i giovani. Da Stefano Rodotà a Paolo Ferrero, da Fabio Mussi a Antonio Ingroia e insieme ad alcuni dei sei promotori della lista italiana per Tsipras (Spinelli, Flores D’Arcais e Guido Viale), c’è anche Carlo Freccero.
Tsipras, senza cravatta e in abito scuro, parla con voce calma e profonda, ottenendo molti applausi quando chiede che si rinegozi il debito dei paesi più poveri. E soprattutto quando cita i casi della Fiat, con sedi ora a Londra e Amsterdam, e di Electrolux, che vuole tagliare radicalmente gli stipendi, lodando nel contempo l’operato della Fiom, che difende davvero lo statuto dei lavoratori. Il pubblico non lo applaude ma mormora perplesso quando il leader di Syriza definisce la sinistra italiana “faro per tutti noi”. Ma Tsipras non si smonta e cita leader come Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti e Enrico Berlinguer per riconquistare la platea. Su Renzi: “Non basta essere giovane per fare qualcosa di positivo. In Italia il mio coetaneo risponde con la stessa Europa: quella che ci ha fatto impazzire in questi anni”. Pochi secondi dopo tocca a Grillo, che “fischietta facendo il menefreghista e poi non sceglie. Complimenti per l’alta percentuale raggiunta, raccogliendo il malcontento degli italiani. Però, per cambiare la vita quotidiana, non basta solo dire di no, devi avere una proposta alternativa”. Poche ore prima Tsipras aveva visto la stampa estera, dopo essersi recato alla sede di Rifondazione Comunista. Tra le sue proposte concrete spicca la riduzione di almeno il 60% del debito pubblico dei Paesi in difficoltà del sud dell’Europa, tra cui Italia, Grecia, Spagna e Portogallo.
Tsipras è per tre giorni a Roma e parteciperà ai lavori dell’ufficio di presidenza della Sinistra europea. Il leader di Syriza, che in realtà punta a diventare il prossimo premier greco, ha accettato “con gioia” di guidare la lista italiana. Ma il cammino è lungo: la lista deve trovare un nome, ottenere 150mila firme in tutta Italia (oggi a quota 19mila) e trovare i fondi (rifiuta i finanziamenti pubblici). “La cancellazione del debito perlomeno del 60% – spiega Tsipras ai giornalisti – non è la soluzione ma la precondizione che deve accompagnare le politiche di rilancio”. Il leader greco propone una conferenza europea, sul modello di quella londinese che nel 1953 cancellò parzialmente il debito della Germania e accettò di dilazionare i rimborsi. Tsipras resta favorevole all’euro, “anche perché è molto difficile uscirne”. “L’eurozona – ha detto – è una catena con 18 anelli. Se uno si rompe, la catena si spezza”. E poi, conclude: “Uscire dall’euro è come abbandonare un edificio in fiamme senza spegnere l’incendio. Noi vogliamo salvare l’ edificio e noi stessi”, lasciando le politiche di austerità che hanno distrutto l’Europa. Insomma: “Siamo euroscettici costruttivi”.