Presidente onorario dell'associazione Coscioni di Treviso, da quindici anni soffriva della malattia degenerativa. Nel 2008 con un video online aveva espresso il suo "no all'accanimento terapeutico"
Si è spento Paolo Ravasin, 53anni, Presidente onorario della Cellula Coscioni di Treviso, da 15 anni affetto da Sla, la stessa malattia che ha ucciso Luca Coscioni, da nove anni allettato in una stanza a Villa delle magnolie a Monastier (Treviso) dove abita anche la sua famiglia. Il 20 luglio 2008, Ravasin, con un video affidò il proprio testamento biologico a Internet, dicendo no all’accanimento terapeutico, certificando la sua intenzione di opporsi a qualsiasi tipo di trattamento forzato. In particolare, Ravasin dichiarò: “Nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca, oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale”.
La volontà di rifiutare ogni accanimento terapeutico per il prolungamento della vita di Ravasin è stata rispettata. Lo confermano fonti vicine alla famiglia, che precisano che l’evoluzione in negativo del quadro clinico si era manifestata circa una ventina di giorni fa, quando i sanitari avevano ravvisato la necessità di sottoporre il paziente ad una serie di trasfusioni di sangue. Trattamento che, sempre secondo fonti legate alla famiglia, Ravasin avrebbe rifiutato. Ravasin, che comunque non ha mai perso la capacità di nutrirsi ed idratarsi in modo naturale, secondo quanto riferiscono gli stessi congiunti, sarebbe rimasto in condizioni di lucidità fino a circa 10 giorni fa, momento in cui per lenire le sofferenze era stata decisa una somministrazione di farmaci piuttosto massiccia e quindi tale da appannare le sue capacità intellettuali. Il funerale sarà celebrato lunedì pomeriggio, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Cessalto (Treviso).
Nel 2009, a pochi giorni dall’approvazione in Senato dal disegno di legge Calabrò contro il testamento biologico, Ravasin rivolse un appello ai Presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera, dichiarando tra l’altro: “questa legge – che non consente a me, che sono pienamente capace di intendere e volere, di rifiutare tali trattamenti – è manifestamente anticostituzionale. Napolitano, ricordano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “accolse il suo appassionato messaggio pur ribadendo di essere tenuto a un atteggiamento di rigoroso riserbo ed esprimendo l’auspicio che ‘prevalga l’impegno a individuare soluzioni il più possibile condivise”. Nell’ottobre 2012 aveva ottenuto la nomina di sua fratello Alberto quale sua amministratore di sostegno che prevede, tra l’altro, il potere di sostituirsi a Paolo Ravasin qualora non fosse più cosciente o capace di esprimersi in capo al fratello per far rispettare le direttive anticipate di fine vita da questi espresse oralmente, mediante testamento biologico scritto e infine tramite video.