Nel corso degli ultimi sei mesi del 2013 il titolo Ferrovie Nord Milano è cresciuto del 181%. Nello stesso periodo le azioni di Fiera Milano sono salite del 74%, mentre A2A ha fatto segnare un incremento solo del 28%. Brioschi Immobiliare (Cabassi), negli ultimi due mesi, nonostante le non rosee condizioni finanziarie, ha visto un aumento del titolo di quasi il 40%, di poco inferiore all’aumento del titolo Salini-Impregilo (+ 43%).
Che cosa accomuna queste imprese (tra le tante) e che cosa permette loro di avere performance azionarie più che doppie della media dei titoli? Sono tutte imprese interessate alla costruzione del grande evento, chiamato Expo Milano 2015. Iniziamo così a vedere i primi risultati di questa operazione: fare da moltiplicatore finanziario e volano di capital gains per le grandi imprese che hanno avuto i principali appalti, sia nella costruzione che nelle infrastrutture dei trasporti.
Appalti che poi mettono in moto una catena di subforniture a basso costo e che consentono oltre alle laute rendite finanziarie anche elevati margini di profitto a spese soprattutto dei lavoratori che sono coinvolti nell’attività di costruzione diretta e materiale.
Appalti, che come abbiamo visto da alcune indagini della magistratura in corso presentano un’elevata infiltrazione mafiosa, come anche recentemente sostenuto dal prefetto di Milano Paolo Tronca: “Alla data del 14 dicembre 2013 sono stati trattati 2.171 fascicoli tutti inerenti ad attività legate all’Expo. Di questi ben 506 solo nell’ultimo quadrimestre. Mentre sulla cifra totale, 1.702 sono relativi a lavori per la realizzazione delle opere di Expo o direttamente collegate. Il risultato di tutto questo monitoraggio sta in 29 interdittive antimafia, in 10 interdittive atipiche (che non implicano l’immediata estromissione dell’azienda dai lavori), 6 bocciature per l’iscrizione alla White List e una cancellazione. Cifre che dimostrano quanto l’attenzione debba sempre restare altissima. Da qui il dato di un’infiltrazione già in atto. E questo senza che ad oggi un’inchiesta giudiziaria abbia ancora fotografato lo stato dell’arte”.
Se la finanza e le organizzazioni mafiose si fregano le mani, non altrettanto possono fare i lavoratori. Ci è stato raccontato dell’Expo come una grande opportunità occupazionale, soprattutto giovanile. Nell’accordo sindacale dello scorso 23 giugno per il periodo Expo si prevede di assumere poco meno di 800 persone con contratti ultra-precari (in deroga alle normative nazionali) e di fa lavorare gratuitamente, con la formula dello stage, più di 18.000 giovani.
Attualmente lavorano tra appalti vari circa 1000 imprese con un numero di addetti che oscilla intorno ai 14.000 con contratti di subfornitura che hanno una media dai tre mesi ai due anni a seconda dell’attività svolta. L’impatto occupazionale si preannuncia di gran lunga inferiore a quello decantato agli esordi (al pari delle opere progettate e che non verranno fatte, guarda caso quelle più utili alla cittadinanza come la Linea 4 della metropolitana).
In conclusione, Expo favorisce la rendita finanziaria, la sedimentazione degli interessi mafiosi (in una regione che ne ha già il primato), distribuisce briciole al territorio, favorisce la precarizzazione del lavoro e della vita e peggiora le condizioni reddituali di chi (la maggioranza) non potrà vantare rendite di posizione. Per questo assume ancora maggior importanza l’appuntamento della Mayday di quest’anno, il 1° maggio precario, a un anno esatto di distanza dall’inaugurazione.
Inaugurazione che presenta già alcune premesse che la dicono lunga sulla funzione dell’Expo come strumento di arricchimento dell’oligarchia economica e del mantenimento delle politiche d’austerity. Non è un caso, infatti, che il Summit Europeo sulla disoccupazione giovanile che doveva tenersi a Roma ad aprile è stato posticipato a luglio a Milano, dopo le elezioni europee. E sapete dove? A Rho, su parte della nuova area Expo.
La Mayday 2014 sarà un grande momento di denuncia e di aggregazione per tutti quelli che non parteciperanno alla “festa dell’Expo”. Chissà se gli sarà così facile trovare 18.000 giovani volontari disposti a lavorare gratis.