Da più di sei anni, per l’esattezza dall’8 settembre 2007, i nemici di Grillo (quasi tutti) fanno lo stesso errore con Grillo e il “suo” Movimento: lo demonizzano. Così facendo, oltre a toccare vette di ridicolo indicibile, fortificano il senso di appartenenza dei suoi elettori. E dunque gli regalano nuovi voti.
Sta accadendo anche adesso, non solo con le accuse deliranti di “fascismo” e “sessismo” stupratorio. Da una parte c’è questa bischerata titanica del maxiprocesso ai discoli 5 Stelle, messi sotto accusa dalla Preside Boldrini (dimettiti, Laura, dimettiti: fai rimpiangere Casini, Fini e financo la Pivetti) per aver fatto i birbi. Di Battista fa bene a dire “me ne infischio” di fronte al rischio di sanzioni e scomuniche: è una buffonata totale. E sa bene, Di Battista, che più lo sanzioneranno e più lui potrà ergersi a ribelle. Ancora più paradossali le accuse a Grillo, da una parte denunciato da uno dei tanti fenomeni piddini per “disobbedienza civile aggravata” (rischia dai 3 ai 5 anni di carcere) e dall’altra per avere forzato un sigillo inconsapevole in una baita, nel tentativo oltremodo sovversivo di andare a mangiare un po’ di polenta coi no-Tav. Ovviamente Grillo ci gioca, e fa bene: più gli altri delirano, più lui può giustamente urlare quanto la politica sia quasi sempre colpevole e rincoglionita. Un ulteriore assist ai 5 Stelle arriva da Fausto Bertinotti, uno dei più grandi distruttori di consenso della sinistra, che aderendo alla Lista Tsipras (povero Alexis) gli ha subito tolto metà del fascino.
E’ la solita storia: più gli altri credono di combattere i 5 Stelle, più li aiutano nella distinzione manichea tra “bene” e “male”. Con una differenza fondamentale rispetto al recente passato: ieri esisteva solo Grillo, oggi ci sono anche i volti – e soprattutto l’operato – dei parlamentari 5 Stelle che bene hanno lavorato e lavorano. Per chi non è interamente disonesto a livello intellettuale, è assai facile decidere chi sia meglio tra un Di Maio e una De Micheli, tra un Morra e uno Speranza, tra un Villarosa e una Madìa.
Se continueranno a fargli la campagna elettorale a loro insaputa, gli antigrillini di professione regaleranno a M5S un nuovo bagno di folla. E dunque di voti. Coloro che ritenevano che il M5S fosse un fenomeno passeggero, tipo i pigibattista o gli antoniopolito, ovviamente non hanno capito una mazza. Come sempre, del resto.