Un tempo era tutto più semplice: le tele erano nelle cornici e le cornici erano appese alle pareti. Difficile sbagliarsi. Oggi invece può accadere che un muratore scambi un’opera di una mostra per un buco del muro e ci passi, da vero professionista, una mano di stucco. E così l’arte diventa l’arte dell’inganno. È successo al Mar, il Museo d’arte di Ravenna, dove un operaio incaricato di mettere a posto la sala in vista della prossima esposizione non si è accorto che quel foro altro non era che un disegno, seppur molto realistico. Si trattava infatti di un’installazione firmata da Eron, al secolo Davide Salvadei, famoso in Italia e all’estero per i suoi lavori realizzati con la tecnica dello spray painting, e talmente verosimili da essere in grado di confondere anche l’occhio più esperto.

La notizia è apparsa qualche giorno fa sulla pagina Facebook ufficiale di Eron ed è stata subito ripresa dalle pagine locali del Resto del Carlino: “Stuccato per errore dagli operai il foro che lo street artist italiano Eron ha disegnato sul muro interno del Museo”. Allegato anche un commento dell’artista, il quale sembra tutt’altro che turbato: “Il Mar non ha nessuna colpa. Il fatto è che una volta terminata la mostra, la parete espositiva sulla quale ho disegnato il finto buco doveva comunque essere imbiancata ma l’addetto ha per prima cosa stuccato il buco disegnato credendo fosse reale. Personalmente credo che questo avvenimento sia l’aspetto più interessante dell’opera che è stata in un certo senso completata”. A informarlo dell’accaduto era stato qualche giorno prima il direttore del museo, Claudio Spadoni.

Classe 1973, l’artista riminese è considerato uno dei primi street artist italiani. Incaricato dal Comune di Rimini per un’opera destinata al manifesto della città nel mondo, i suoi lavori sono stati esposti non solo in Romagna, ma anche a Milano, a Trieste, a Roma e, oltreconfine, al Chelsea Art Museum di New York e al Museo d’arte moderna del Cairo. Al Mar di Ravenna l’opera dell’artista era stata inclusa nel progetto Critica in arte, dedicato alla promozione delle nuove promesse dell’arte contemporanea e terminato il 12 gennaio. Si tratta di rassegna annuale (si svolge dal 2007) nella quale tre giovani critici promuovono il lavoro di altrettanti giovani artisti, in uno spazio concesso dal museo. Su una delle pareti Eron aveva disegnato l’ombra e la traccia di uno specchio, abbandonato a sua volta sul pavimento come se fosse caduto a terra. Il dipinto includeva anche il buco nella parete lasciata dal chiodo che avrebbe dovuto sostenere la cornice. Una riproduzione talmente perfetta da annullare ogni confine tra realtà e finzione. Con l’effetto di disorientare e sbalordire il pubblico, che anche durante la mostra più volte era stato costretto ad avvicinare lo sguardo per accorgersi dell’illusione ottica.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Gli allievi di “Bottega finzioni” portano in scena “L’ottava vibrazione” di Lucarelli

next
Articolo Successivo

“Stop alla demolizione”. Il villaggio degli artisti Mutoid resta a Santarcangelo

next