Cinque condanne con pene fino a cinque anni e mezzo per peculato, corruzione e tentata truffa. È il verdetto del tribunale di Ferrara al termine del processo Area-Riusa. Gli imputati avevano creato un brevetto che poteva fare la fortuna di chi trattava rifiuti plastici e materiale di riciclo. Ma per svilupparlo e, soprattutto commercializzarlo su larga scala, avevano bisogni di denaro. E tanto. Cos’altro di meglio dunque che attrarre finanziamenti da enti pubblici grazie ai contatti privilegiati che potevano vantare, loro pubblici ufficiali, e poi sfruttare in forma privata il risultato? Quel brevetto, “Riusa”, venne pensato nel 2005 dall’allora ingegnere capo della Provincia di Ferrara, Gabriele Andrighetti. Il tecnico era riuscito assieme ad Andrea Frabetti, tecnico della Provincia, a creare un sistema per convertire la plastica di scarto in blocchi per il fondo stradale. Un progetto che permetteva di pavimentare vie di comunicazione in maniera ‘virtuosa’, con costi per le materie prime vicini allo zero. Che l’idea funzionasse poi lo si è dimostrato in Romania, dove quel macchinario è finito per vie traverse. D’altronde la potenzialità del brevetto è tutto nell’offerta di acquisto ricevuta in passato: una società estera propose di acquistare il “copyright” per 18 milioni di euro.
Andrighetti sapeva bene di avere tra le mani una gallina dalle uova d’oro. E come lui lo sapeva Arrigo Bellinazzo, all’epoca direttore generale di Area, la multiservizi partecipata da metà dei comuni del Ferrarese. Tanto che Bellinazzo e Andrighetti si unirono a un tecnico privato, Luigi Astolfi, per fondare una società ad hoc, la Riusa.eu, che vedeva come amministratore proprio Bellinazzo. Da questa società doveva passare la sperimentazione dei brevetti. Di qui l’ipotesi di peculato. Gli inquirenti, una volta partite le indagini, scopriranno anche una scrittura privata nella quale viene decisa già la spartizione dei futuri proventi (20% a Bellinazzo, 41 ad Andrighetti e 39% a Fabretti). Ecco formata l’ipotesi di corruzione. Una volta costituita la società privata, Bellinazzo fece finanziare da Area spa la ricerca e la sperimentazione del conglomerato con centinaia di migliaia di euro. Del finanziamento venne anche interessata la Regione, che promise quasi mezzo milione. Il fatto finì nel mirino della guardia di finanza nel 2008.
Intanto l’ex dg aveva avuto il tempo di comunicare al consiglio dei soci di Area, i sindaci del territorio, che il progetto finanziato procedeva a gonfie vele. Evitò accuratamente di accennare all’esistenza della sua società privata che avrebbe estromesso la multiservice dagli utili sullo sfruttamento commerciale del nuovo prodotto. A processo finirono anche l’ingegnere capo del Comune di Copparo Stefano Farina e Andrea Prampolini (l’unico assolto), ex manager di Berco che era subentrato a Bellinazzo alla guida di Area. Al termine della discussione, con pene fino a sette anni richieste del pm Nicola Proto, il giudice ha condannato Andrighetti e 5 anni e 6 mesi, Bellinazzo a 5 anni e 5 mesi, Luigi Astolfi a 4 anni e 2 mesi, Frabetti a 2 anni e 6 mesi e Farina a un anno. Ad Area, costituita parte civile, Andrighetti, Astolfi, Bellinazzo e Frabetti dovranno pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 250 mila euro.