“E’ una bellissima giornata, da qui deve partire la rifondazione degli enti lirici. La nostra uscita dal Teatro è fisica, star fuori significa vivere la città di cui siamo un corpo vivo”. I lavoratori del Teatro San Carlo di Napoli escono dalle mura del Massimo partenopeo e mettono in scena un flash mob in pubblico, suonando e cantando nella Galleria Umberto. Un modo per coinvolgere i cittadini rispetto alla situazione difficile che l’ente lirico sta vivendo in questa fase, soprattutto dopo le dimissioni dei membri del Cda e il conseguente commissariamento voluto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Accanto a loro anche i colleghi del Teatro dell’Opera di Roma, giunti a Napoli dalla Capitale per “dimostrare che i lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche ci sono, sono uniti e sono molto combattivi”. “La situazione del nostro Teatro – dichiara Lorella Pieralli, corista – assomiglia a quella del San Carlo. Anche noi siamo stati messi forzosamente nel Decreto Valore Cultura“. Poi, l’affondo al sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Abbiamo visto in De Magistris (che da Presidente della Fondazione Teatro San Carlo si è rifiutato di aderire al Decreto Valore Cultura, ndr), una determinazione e una capacità di reazione che Marino non ha avuto e quindi chiediamo asilo politico artistico al sindaco di Napoli. Per questo oggi gli consegnamo simbolicamente una targa come presidente onorario della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma”. “Io mi auguro che i miei colleghi capiscano come questa sia una battaglia per le città e che quindi stiano al nostro fianco contro tentazioni autoritarie che provengono da settori ben precisi del Ministero della Cultura“, ha commentato il primo cittadino, Luigi De Magistris. Poi, l’impegno: “Quando finirà il commissariamento ospiteremo le maestranze dell’Opera di Roma a Napoli. Intanto sono pronto ad andare con i lavoratori del San Carlo a Roma per una grande iniziativa pubblica per far capire a tutti quanto questa battaglia sia importante” di Andrea Postiglione
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