FATTO FOOTBALL CLUB - La Juventus bloccata sul pari al Bentegodi, ma la Roma non ne approfitta. Il Napoli asfalta Seedorf, che non la prende in modo zen
LA GIORNATA
Dai metalli pregiati di Sochi, dove brillano l’argento di Innerhofer e il bronzo di Zoeggler, all’oro di Napoli, dove la squadra di Benitez demolisce il Milan, fa piangere Balotelli e getta le fondamenta della ricostruzione partenopea dopo la mini crisi di due punti in tre partite. Festeggiano le due sponde di Genova, l’Udinese e la Fiorentina, sorprende il Bologna che torna alla vittoria dopo cinque partite e risorge l’Inter, alla prima vittoria del 2014. In cima pareggiano Juve e Roma, fermate in trasferta dal Verona e dalla Lazio nel derby, e i loro tecnici si infuriano: rabbioso Conte con le disattenzioni in fase difensiva, adirato Garcia con gli sprechi in fase offensiva. Sale la pressione in vista dello sprint di primavera, che come ricorda beffardo Karl Kraus è la stagione che sorprende chi l’aspetta piuttosto che chi la suscita.
“Per vincere bisogna essere migliori nel penultimo o ultimo passaggio e a noi questo è mancato, ci teniamo il punto, anche se dobbiamo essere più determinati davanti alla porta”, l’amara analisi di Rudi Garcia al termine di un derby abbastanza brutto, in cui la Roma ci ha comunque provato più della Lazio. A fine partita i biancocelesti festeggiano più per aver fermato la corsa scudetto dei concittadini che non per il punto conquistato – ancora imbattuto dal suo arrivo Reja, con tre vittorie e tre pareggi – mentre la mestizia dei giallorossi è interrotta solo dal gol in pieno recupero di Gomez che ferma la Juve sul pari. Sembrava fatta per i bianconeri, in vantaggio con la doppietta di Tevez, e invece Toni suona la carica – undicesimo gol – lo stadio esplode e il Verona ci crede. Dopo un mani in area di Lichtsteiner non ravvisato dall’arbitro, il pareggio arriva in mischia in pieno recupero, e Conte esplode.
“Non serve essere padroni del campo per un tempo per poi vincere, è sufficiente una disattenzione per venire puniti e oggi è successo due volte su calci da fermo – dice il tecnico, prima di fare i nomi degli scalpitanti Marchisio e Osvaldo per avvisare gli altri che non sono ammessi cali di tensione – Farò le mie valutazioni, questo pareggio deve farci fare un bagno di umiltà”. Finisce 3-1 invece al San Paolo, ma per le statistiche il punteggio poteva essere più largo. Benitez, l’uomo che alla guida del Liverpool fece piangere il Milan nella notte di Istanbul, dà una lezione di calcio al neo allenatore Seedorf, che quella partita la giocò. L’inserimento di Jorginho rinvigorisce Inler e rilancia Hamsik, Higuain s’inserisce nella difesa milanista tagliandola in due come il famoso grissino nel tonno, e al Milan non basta aver azzeccato l’acquisto di Taarabt. Anche dopo il cambio di tecnico, la primavera rossonera tarda ad arrivare.
E così il Milan sente il fiato sul collo della Sampdoria, rinvigorita dalla cura Mihajlovic con cui sta tenendo una media da Europa League, che grazie al gol di capitan Gastaldello supera il Cagliari in una partita tesa e nervosa. Mentre i rossoneri sono superati dal Genoa, che dopo aver perso il derby batte il Livorno e infligge la prima sconfitta a Di Carlo dopo una vittoria e un pari. Vince anche il Bologna, al gol di Immobile (nell’80% dei gol granata c’è lo zampino suo o di Cerci) risponde una doppietta di Cristaldo, e i rossoblù ottengono una fondamentale vittoria in trasferta, la seconda in tutto il campionato, proprio dopo la partenza del loro miglior giocatore Diamanti. Dopo cinque partite senza vittoria, e le molte polemiche culminate con il licenziamento del ds Branca, torna alla vittoria anche l’Inter. A salvare Walter in casa contro il Sassuolo ci pensa un altro Walter, Samuel, e Mazzarri può sorridere.
IL PERSONAGGIO
Arriva dal campionato Dilettanti il giustiziere della Juve. Quando Juan Ignacio Taleb Gomez arriva in Italia appena compiuti i 19 anni non è la promessa su cui investe il suo futuro l’Inter, per dire, e nemmeno la geniale scoperta di un osservatore capace come Walter Sabatini. No, è uno delle migliaia di ragazzini che finiscono nei bassifondi del calcio minore provando a costruirsi un futuro da soli. Lui comincia dal Ferentino, provincia di Frosinone, poi passa in C2 al Bellaria. Nel 2008 lo prende l’Hellas Verona, sprofondato in Lega Pro dopo oltre 60 anni e prossimo al fallimento. La stagione è un incubo, e Gomez non gioca nemmeno. Comincia a ingranare in prestito al Gubbio, sotto l’attenta guida di Gigi Simoni. Con l’arrivo di Mandorlini e la promozione in B, il Verona decide di richiamarlo, e Gomez con 14 gol si conferma degno della B. Ma è l’anno scorso, quello della promozione dei gialloblù in Serie A che il Gomez meno famoso del calcio italiano esplode: 12 gol e 10 assist. Oggi il suo presente è noto. Quello di molti presunti fuoriclasse di belle speranze cui è fatta saltare la gavetta per lanciarli direttamente nell’Olimpo dei grandi, invece no.
LA SPIGOLATURA
Esce assai ridimensionato dalla batosta di Napoli il 4-2-fantasia di Seedorf: improponibile quando manca un canovaccio tattico e il gioco è affidato a un numero eccessivo di trequartisti o presunti tali, e quando a centrocampo pianti due pali come De Jong ed Essien. Ma il tecnico olandese, dopo essere stato presentato come un filosofo, accostato a quell’Erasmo da Rotterdam di cui un’edizione de L’Elogio della Follia porta la prefazione nientedimeno che del presidente del Milan, e dopo aver alimentato questa immagine con interviste in cui discorreva d’amore e di utopie, non ci sta. E alla prima mozione contraria perde le staffe. E’ bastato che l’intervistatore sabato sera gli chiedesse conto di alcune scelte curiose, come quella del terzino Abate schierato sulla trequarti, che il tecnico zen ha perso la pazienza e ha accusato bruscamente il giornalista “di fare domande tendenziose”. Il disprezzo nei confronti di chi non riesce a comprendere che loro sono l’Italia dell’amore che vuole trionfare su quella dell’odio, e hanno sempre ragione, si dimostra ancora una volta caratteristica assai diffusa alla corte del sovrano decaduto.
IL SONDAGGIO
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RISULTATI
Fiorentina-Atalanta 2-0 (Ilicic al 16′ p.t. e Wolski al 41′ s.t.)
Udinese-Chievo 3-0 (Di Natale al 11′ s.t., Fernandes al 29′ s.t. e Badu al 41′ s.t.)
Napoli-Milan 3-1 (Taarabt (M) al 7′ p.t., Inler (N) al 11′ p.t., Higuain (N) al 11′ s.t. e al 37′ s.t.)
Torino-Bologna 1-2 (Immobile (T) al 5′ p.t., Cristaldo (B) al 11′ p.t .e al 24′ p.t.)
Verona-Juventus 2-2 (Tevez (J) al 4′ p.t. e al 31′ p.t., Toni (V) al 7′ s.t. e Gomez (V) al 49′ s.t.)
Lazio-Roma 0-0
Livorno-Genoa 0-1 (Antonelli al 10′ p.t.)
Parma-Catania 0-0
Sampdoria-Cagliari 1-0 (Gastaldello al 11′ p.t.)
Inter-Sassuolo 1-0 (Samuel al 3′ s.t.)
CLASSIFICA
Juventus 60
Roma 51*
Napoli 47
Fiorentina 44
Verona 36
Inter 36
Torino 33
Parma 33*
Lazio 32
Genoa 30
Milan 29
Sampdoria 28
Atalanta 27
Udinese 26
Cagliari 24
Bologna 21
Chievo 18
Sassuolo 17
Livorno 17
Catania 16
* una partita in meno
MARCATORI
14 gol G. Rossi (Fiorentina)
13 gol Tevez (Juventus)
12 gol Berardi (Sassuolo), Higuain (Napoli), Immobile (Torino)
11 gol Vidal (Juventus), Toni (Verona)
10 gol Cerci (Torino), Palacio (Inter),
9 gol Balotelli (Milan), Callejon (Napoli), Denis (Atalanta), Eder (Sampdoria), Gilardino (Genoa), Llorente (Juventus)
PROSSIMO TURNO
Milan-Bologna (venerdì 14 febbraio, ore 20.45), Fiorentina-Inter (sabato 15, ore 20.45), Catania-Lazio (domenica 16, ore 12.30), Atalanta-Parma, Cagliari-Livorno, Genoa-Udinese, Juventus-Chievo, Sassuolo-Napoli (domenica 16, ore 15), Roma-Sampdoria (domenica 16, ore 20.45), Verona-Torino (lunedì 17, ore 20.45)