Dopo quasi vent’anni Antonio Di Pietro torna a indossare la toga. Questa volta non da Pm, ma da avvocato del suo partito, l’Italia dei valori, parte civile nel processo sulla presunta compravendita di parlamentari da parte di Silvio Berlusconi (Pdl-FI). Oltre ai pm, nel tribunale di Napoli si sono quindi affrontati oggi da un lato Di Pietro, dall’altro gli avvocati difensori dell’ex premier, compreso Nicolò Ghedini (parlamentare di FI), che però il presidente di Idv chiederà sia inserito tra i teste: “Ne abbiamo presentati 34 il primo è Ghedini, forse è meglio che ci venga a riferire cosa ha sentito da B. E’ un teste e come tale chiederemo al Tribunale che non faccia anche l’avvocato”. “E’ un problema che si risolverà – ha risposto Ghedini – c’è stato probabilmente un errore pratico. Io ero già difensore in questo procedimento e avevo svolto anche indagini difensive quindi mi farei sentire volentieri, ma c’è un’incompatibilità di legge”. Nel processo iniziato oggi a Napoli, gli avvocati difensori del Cavaliere hanno evidenziato problemi di mancata notifica degli atti, ma il collegio ha dichiarato la contumacia di Silvio Berlusconi, assente dall’aula. “Berlusconi – ha dichiarato Ghedini ai giornalisti – quando e come sarà necessario sarà presente in aula, ma è ovvio che nel momento delle questioni preliminari la presenza del diretto interessato sarebbe assurda”. Infine, un commento su Di Pietro: “Rivederlo in toga non mi ha fatto nessun effetto, oggi è un avvocato e quindi legittimamente esercita la sua professione” di Andrea Postiglione
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