Samaras imita l'Olanda: da un lato promette la riduzione del 30% della tassa di circolazione, ma dall'altro introduce un nuovo sistema di tassazione che si baserà su un dispositivo di localizzazione satellitare installato su ogni veicolo
Mentre il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble chiude definitivamente ad un possibile taglio del debito greco, così come era stato ventilato all’inizio dell’anno, il governo di Atene, d’intesa con la troika, s’inventa un altro assurdo balzello: la tassa sui chilometri. A partire dal 2015 uno speciale gps montato su ogni autovettura, quindi con un costo in più tra installazione e manutenzione, rileverà quanti chilometri percorrerà ogni cittadino nell’arco dei dodici mesi, così da corrispondere all’erario il dovuto.
Un’ulteriore partita di giro non risolutiva che si abbatte su cittadini e imprese, con riverberi precisi soprattutto tra i commercianti e tra chi utilizza il trasporto su gomma come attività lavorativa. Ma l’esecutivo di Antonis Samaras ha deciso di non prestare ascolto alle proteste delle categorie produttive e di cittadini stremati da tre memorandum, e prosegue per la sua strada, imitando l’Olanda: per cui da un lato potrà essere ridotta la tassa di circolazione del 30%, ma dall’altro sarà introdotto un nuovo sistema di tassazione che si baserà su un dispositivo di localizzazione satellitare installato su ogni veicolo greco. La tassazione sarà applicata alla circolazione su tutti i tipi di strade, dalle urbane alle autostrade, con un costo chilometrico per l’automobilista che varierà a seconda del tipo, del peso e del livello di emissioni del veicolo.
Di base, secondo le anticipazioni fornite dal ministero dei trasporti greco, la tassa fissa per ogni chilometro percorso da un’auto berlina sarà tre centesimi di euro. Il tutto mentre nel Paese lunedì sono andate in scena le proteste dei forconi ellenici, che hanno bloccato una serie di arterie stradali da Nord a Sud, (Serres, Pella, Egnatia, Atene) per lamentare il nuovo regime fiscale a carico di agricoltori e coltivatori ormai sul lastrico. Trentotto i posti di blocco nel Nord del Paese a Serres dove è stata anche occupata simbolicamente la sede della Bank of Piraeus e il raccordo anulare alle porte di Atene, con disagi al traffico. I forconi dell’Acropoli chiedono l’eliminazione dell’obbligo di contabilità per importi inferiori ai 40mila euro e lo sconto per quegli agricoltori che sono in mora con lo Stato perché non possono pagare tasse in quanto falliti o con debiti superiori agli incassi.
La riforma caldeggiata dalla troika impone invece altri balzelli e non intende fare sconti sul prezzo delle materie prime (come carburante per trattori). La protesta è partita a sole 48 ore da un altro fronte caldo, quello dei medici e dei sanitari statali che hanno incrociato le braccia contro il disegno di legge riguardante la riforma dell’ente nazionale per la Prestazione di servizi sanitari presentato dal ministro della Sanità Adonis Georgiadis. Sciopero di 24 ore con medici e lavoratori degli ospedali pubblici in piazza per una manifestazione convocata davanti al ministero della Sanità. Ma con il rischio che dal governo arrivi un altro muro di gomma, mentre nelle prossime settimane si annunciano nuove rivelazioni sugli scandali legati alle tangenti per la fornitura di armi con il coinvolgimento di esponenti di primissimo piano dell’esecutivo.