Il piccolo e agguerrito mondo emerso degli atleti gay di Sochi ha già in carniere un oro; difficile che la pattuglia degli omosessuali&lesbiche dichiarate (sette in tutto) riescano a vincere tanto altro ancora.
Ma dopo il successo della pattinatrice oranje Ireen Wust ieri (durante la premiazione alle Olimpiadi del 2010 a Vancouver baciò sulla bocca la sua compagna Sanne Van Kerkhof, che è anche una compagna di squadra) le possibilità di illuminare di metalli più o meno preziosi la causa dei diritti umani osteggiati dall’atteggiamento del Cremlino sono sempre più forti ed evidenti: una doppia sfida, contro gli avversari e il pensiero dominante voluto e imposto dallo zar delle Putiniadi di Sochi.