Don Giovanni Desio, 52 anni, è andato fuori strada nel suo paese, Casalborsetti, è stato soccorso da tre abitanti della zona e portato all'ospedale
È finito di sera in un canale con il suo suv Bmw X1-18, acquistato da poche settimane, e si è salvato in extremis, grazie all’intervento di tre abitanti della zona che lo hanno estratto – fradicio – dall’abitacolo. Grande lo stupore dei soccorritori quando hanno scoperto che il conducente era il parroco del paese, Casalborsetti, sui lidi nord della riviera ravennate. Portato all’ospedale, è stato dimesso questa mattina. Le sue condizioni non sono gravi. Intanto nei suoi confronti sono scattati, come da routine, gli accertamenti tossicologici; la dinamica dell’incidente è al vaglio della Polizia municipale, che ha eseguito i rilievi. E c’è già chi ha fatto notare che don Giovanni Desio, 52 anni, si è fatto cogliere in controtendenza rispetto a quanto aveva detto con vigore Papa Francesco la scorsa estate, incontrando in Vaticano seminaristi e novizi: “A me fa male quando vedo un prete o una suora con un’auto di ultimo modello: ma non si può!”. Un messaggio di sobrietà che Bergoglio ha applicato in prima persona, usando per gli spostamenti interni un’utilitaria Ford Focus azzurro metallizzato, non la classica berlina extra-lusso. Il sacerdote viaggiava invece con un nuovo Suv nero, un modello del valore di 35mila euro, acquistato a km zero meno di un mese fa da una concessionaria di Ravenna. Prima, raccontano i vicini, aveva una Golf ‘datatà.
Il sacerdote è molto conosciuto in zona: fa parte del Consiglio pastorale diocesano, è direttore del settimanale Risveglio Duemila. Una vocazione in età adulta, da 13 anni è parroco di Casalborsetti, oggi 900 abitanti scarsi, dove ha dato vita a diverse iniziative tra i parrocchiani. Non veste l’abito talare ma in stile casual, era amico di Franco Califano, ama la musica e non disdegna il festival di Sanremo, è conosciuto da anni anche come critico cinematografico e ha frequentato i festival di Mar del Plata, Locarno, Venezia dove è stato tra l’altro in giuria per il premio Ragazzi e cinema. “Esprimere modernità e cultura – si legge in una sua intervista on line di tre anni fa ad un settimanale locale – ad alcuni ha dato fastidio. E’ stata dura infrangere la barriera del provincialismo”.