«Si è sempre separata – e non è più tempo – il Tenco, Club, la cosiddetta “musica d’autore”, e il Festival di Sanremo, la “musica leggera”. In realtà ormai sono anni che la distinzione non ha più senso, perché al Festival di Sanremo concorrono cantanti, cantautori e le canzoni sono scritte da cantautori che scrivono canzoni per loro stessi o per altri. È una distinzione che non ha più senso. Allora dedicare la serata del venerdì alla tradizione della canzone d’autore italiana – nel senso che i cantanti in gara interpreteranno a loro scelta una delle canzoni della tradizione cantautorale italiana – fa, secondo me, pace con le due anime. E quindi “Sanremo Club” racconta l’una e l’altra cosa.»
Rendiamo grazie a Fazio.
I fatti della quaestio sono chiari: nella serata del venerdì del Festival di Sanremo verranno cantate, dai concorrenti in gara, canzoni che appartengono alla tradizione del Premio Tenco. Lo dice il presentatore e direttore artistico: Fabio Fazio.
Il preambolo della quaestio è che a Sanremo da quarant’anni si svolge la “Rassegna della canzone d’autore”, meglio conosciuta come “Premio Tenco”, organizzata da un club che si chiama Club Tenco.
Il presupposto della quaestio è che le canzoni del Premio Tenco hanno storicamente un’anima diversa rispetto a quelle del Festival di Sanremo. Questo contenuto si evince dalle parole di Fabio Fazio sopraccitate. Se quest’anima fosse migliore o peggiore è argomento qui non in discussione.
Ora: il contenuto, sempre della quaestio, è che il direttore artistico del Festival di Sanremo pensa che questa distinzione storicamente documentata non abbia, oggi, più alcun senso di esistere. Ne è talmente convinto che dedica a questo contenuto una intera delle quattro serate del festival che dirige.
Tutto estremamente legittimo e anche importante perché, grazie a Fabio Fazio, milioni di persone sapranno almeno dell’esistenza del Premio Tenco, per anni relegato in dodicesima serata – intorno all’una di notte – sulle reti Rai e delittuosamente cancellato dal palinsento negli ultimi tempi.
Tutto legittimo, ma c’è una domanda che tra gentiluomini ci si può porre, a questo punto: perché Fabio Fazio non ha coinvolto la direzione artistica del Premio Tenco?
Tra Fabio Fazio e il Club Tenco non ci sono stati rapporti. Quantomeno per rispetto a oltre quarant’anni di storia culturale italiana – che hai riconosciuto anche l’anno scorso davanti a venti milioni di persone –, tu qualcuno del Club Tenco lo dovevi coinvolgere. Sennò sei un furbacchione. Soprattutto se chiami la serata “Sanremo Club”. Ti appropri di qualcosa che non è tuo; ti riempi la bocca con parole altrui, ti giustapponi un alone culturale costruito da altri in decenni di attività. Furbacchione.
Nessun obbligo legale. Per carità. Solo questione da gentiluomini.
Se nelle conferenze stampa nomini un club, il suo operato, i suoi parametri – peraltro codificati e coniati dallo stesso club e dai suoi esponenti ed entrati oramai nella storia musicale del Paese –, e poi tu quel club lo ignori bellamente… beh…non hai un comportamento corretto. Punto.
Ok, la filologia non è un obbligo legale.
Staremo a vedere il risultato.