Il cantante a ilfattoquotidiano.it ricorda gli ultimi cinque anni trascorsi con il cantante degli Skiantos tra concerti e chiacchierate. Nel 2010 si esibirono insieme per la manifestazione di Cesena organizzata da Beppe Grillo
Bologna e Genova sono lontane più di 300 chilometri, ma in linea musicale sono sempre state vicinissime. La bizzarra e recente amicizia tra Francesco Baccini e Roberto ‘Freak’ Antoni negli ultimi 5 anni ne ha accorciato ulteriormente la distanza. “Freak era naturalmente eccessivo”, racconta l’autore genovese di Cartoons a ilfattoquotidiano.it, “lo ricordo così, quando lo ascoltavo al telefono mentre mi raccontava le sfighe della Fortitudo Basket, a me che di pallacanestro non ne ho mai capito. E io che gli raccontavo quelle del Genoa a lui che di calcio masticava poco. Compagni di sfiga, insomma”.
La storia comincia qualche anno prima. Tra il 2009 e il 2010 Baccini sta mettendo insieme i brani della raccolta “Ci devi fare un gol“. E’ la celebrazione di vent’anni di carriera. Arriva una telefonata da Bologna: “Francesco tu sei unico, scriviamo qualcosa insieme”. Freak lancia l’idea, Baccini la raccoglie subito entusiasta: “Da quella chiamata nacque la nostra amicizia. L’album non riuscimmo a farlo, ma è rimasto inciso un brano da pelle d’oca scritto da Roberto e cantato da me: Te ne sei andata. L’ha scritto mentre era a letto immobilizzato e stava malissimo. Sembra una canzone d’amore, ma l’ha creata pensando alla madre. La vita se ne stava andando, si era scollegato da tutto ed era rimasto da solo col suo dolore. La madre era l’unica che poteva lenirgli e curargli le ferite”. Poi arriva il 2010 e la Woodstock a 5 Stelle di Cesena. “Beppe Grillo m’invita a tenere uno spazio musicale durante la serata”, ricorda Baccini, “allora gli chiedo se posso portare un ospite e chiamo Freak. Canta “Sono un ribelle, mamma” davanti a 80mila persone. Certe robe sono meglio di una medicina. Anche se dopo nei camerini fa una cosa incredibile: nonostante il male incurabile all’intestino si mangia interi sacchettini di maionese e nutella, uno dietro l’altro. Me lo ricordo ancora, gli dico ‘Freak sei un animale’”.
Passa anche il premio Tenco insieme nel novembre 2010 poi nel maggio 2011 quando Baccini è in tour a reinterpretare le canzoni di Luigi Tenco, eccolo passare da Bologna all’Arena del Sole e invitare sul palco di nuovo l’amico bolognese leader, quasi ex, degli Skiantos, per cantare “Una brava ragazza”: “Di quell’incontro sapevamo solo io e lui fino all’ultima ora prima dello spettacolo. Un altro grande onore per me, una leggenda del rock. Gli Skiantos sono stati l’unico vero gruppo punk italiano, erano una risposta tutt’altro che demente alla canzone impegnata di fine anni settanta”. “Anche se ricordo con piacere una sorta di ritorno in scena tra il 1989 e il 1990, nei mesi del mio primo disco”, continua, “usciva il loro “Signore dei dischi”, con quel video spettacolare dove ci sono i sosia di John Lennon ed Elvis e alla fine appare Alba Parietti quella vera. Una mediazione ironica tra pop e pesante presa per il culo del sistema”. Infine le telefonate, bollette a doppi e tripli zero: “Facevamo chiacchierate chilometriche al telefonino. Ultimamente parlavamo molto di politica. Entrambi delusi da una certa sinistra. Mi diceva: ‘Tu devi fondare un partito’; e io ‘Ma non mi presenterei mai’ ”. Ora però rimane il tempo di salutare l’amico scomparso: “Caro Freak tu e gli Skiantos eravate dei veri artisti e non personaggi tv come i cantanti prodotti oggi. Sottoscrivo anch’io l’ironico appello di Fulvio Abbate su Facebook: spero che nella Sanremo di Fabio Fazio, Michele Serra e Francesco Piccolo non, e sottolineo non, ci sia nessun tributo alla figura di Roberto antitetica rispetto alla cucina conformista che ci verrà offerta”.