L’entusiasmo di domenica per il leggendario bronzo di Armin Zoeggeler e l’argento di Cristof Innerhofer è già svanito. E’ stata una giornata di beffe e di rimpianti per l’Italia ai Giochi di Sochi 2014: quarto posto di Daniela Merighetti nella discesa libera femminile di sci alpino, e di Alessandro Pittin in combinata nordica. Medaglie sì, ma di legno e non di metallo. E poi il sesto posto nello slittino di coppia, sempre a pochi centesimi dal podio. Già ieri l’Italia aveva visto sfumare una delle sue migliori chance di medaglia, nello sprint a tecnica libera con Federico Pellegrino, eliminato in semifinale pur essendo tra i favoriti. I quarti posti di oggi, però, lasciano molto più l’amaro in bocca. Semplicemente perché Merighetti e Pittin hanno dato il massimo e una medaglia l’avrebbero davvero meritata.
La 32enne sciatrice di Brescia è stata l’autentica sorpresa della discesa libera di questa mattina: con alle spalle una sola vittoria in Coppa del Mondo (nel 2012) e tanti infortuni, da lei ci si poteva aspettare al più un piazzamento. Invece la sua prova è stata quasi perfetta: il quasi è quantificabile nei 17 centesimi che la separano dal bronzo, finito al collo di Laura Gut. La svizzera, tra le favorite della vigilia, ha pianto al traguardo perché sperava in un metallo più prezioso, ed è stata costretta a chiedere scusa su Facebook per la scarsa considerazione nei confronti della medaglia olimpica. Per la nostra azzurra, invece, quel bronzo sarebbe valso una carriera intera. L’oro se lo sono aggiudicate ex- aequo la slovena Tina Maze e l’elvetica Dominique Gisin, altra outsider di giornata. Ancor inferiore il divario che ha separato dal terzo posto in combinata nordica Alessandro Pittin, battuto in volata dal norvegese Magnus Kroll. Pittin era stato bronzo a Vancouver 2010 (prima medaglia azzurra della storia nella disciplina). Sognava di ripetersi pur non essendo favorito, e ci è andato molto vicino grazie ad una clamorosa rimonta nella 10km a tecnica libera, dove ha recuperato il ritardo di quasi un minuto accumulato nella prova di salto. Purtroppo non è bastato per un bis olimpico che sarebbe stato storico.
Gara comunque da ricordare per i colori azzurri, che piazzano tre atleti nei primi quindici (settimo Lukas Runggaldier e 14esimo Armin Bauer) in una disciplina in netta crescita. Il quadro negativo di giornata è completato dalla delusione del 25esimo posto di Mirko Nenzi nei 1000 metri di pattinaggio di velocità. E dal sesto posto di Christian Oberstolz e Patrick Gruber nella prova a coppie di slittino. Qui il rimpianto è tutto per la prestazione degli italiani: in una gara che ha visto alcuni dei team favoriti autoeliminarsi con errori grossolani, i due veterani azzurri avrebbero potuto tranquillamente salire sul podio. Decisamente migliore, in base alle ambizioni di partenza, la prova dell’altra coppia italiana formata dai più giovani Ludwig Rieder e Patrick Rastner, settimi al traguardo. Tanti piazzamenti, nessun podio e il medagliere piange: l’Italia è sempre ferma a quota due, ed è scivolata al 18esimo posto della classifica. Ma domani è già tempo di voltare pagina: alle 11 torna in pista Arianna Fontana nei 500 metri di short track, la finale è prevista alle 13. L’azzurra spera di esserci. E di ripagare con gli interessi l’Italia per i troppi rimpianti di oggi.