“Mai dire mai”. La vignetta che Giannelli ha confezionato sulla prima pagina del Corriere della Sera con una giusta dose di sarcasmo versus Matteo Renzi, esprime meglio di un editoriale il sentimento di chi segue in queste ore le cose della politica con un certo fastidio per non dire nausea. Non era Matteo Renzi a dire soltanto qualche settimana fa che non si sarebbe prestato a giochetti da Prima Repubblica? Non era il segretario del Pd a giurare che non avrebbe mai messo piede a Palazzo Chigi senza il consenso popolare? Da qualche giorno stiamo assistendo, invece, a un balletto imbarazzante che si sta celebrando dentro e fuori le stanze del Partito Democratico. Non è un bello spettacolo perché il gioco tra i due è poco trasparente, perché si sta assistendo a tutto ciò in un momento in cui il paese avrebbe bisogno di ben altro e perché dà agli italiani una pessima idea della politica.
La cosa davvero brutta sta nel fatto che il duello Renzi-Letta non è sui contenuti, non è su un diverso modello di strategie per uscire dalla crisi. Non è sul tipo di sviluppo che si dovrebbe adottare per affrontare in modo energico il dramma dell’occupazione. Anzi, il tanto decantato job act, che aveva il pregio di aver messo al centro del dibattito il tema del lavoro, è stato almeno per il momento archiviato. Lo scontro in atto ancora una volta è frutto di logiche tutte interne al Pd che si stanno scaricando sul paese senza che neppure il popolo di quel partito capisca i contorni.
Oggi ci sarà la direzione del Pd dove si dovrebbe consumare lo scontro tra Letta e Renzi. E’ bene che il segretario del Pd e il presidente del Consiglio si diano una mossa. Se la direzione del Pd ha deciso che Enrico Letta ha fatto poco e niente è bene che lo dica a chiare lettere ed è bene che indichi Matteo Renzi come nuovo presidente del Consiglio. Renzi si assuma le responsabilità dei cambiamenti che ci ha annunciato durante le primarie, così vedremo di cosa è capace.
Sarà bene che i due facciano presto. Anche perché in queste ore il cavalier Berlusconi se la ride. Se l’obiettivo di Silvio Berlusconi era quello di logorare il suo più temibile avversario, ci sta pensando il Pd a servire su un piatto d’argento l’uomo di Arcore.