Era la star più attesa delle Olimpiadi di Sochi. Ma Evgeny Plushenko è stato lasciato fuori dalla gara del pattinaggio di figura da un infortunio. Finisce così nel peggior modo possibile la carriera agonistica dello “Zar”. L’Iceberg di Sochi attendeva con il fiato sospeso il suo idolo – i biglietti sono andati a ruba – ma è rimasto a bocca asciutta. Lo sportivo, pluricampione olimpico, ha dato forfait dopo il riscaldamento del ‘corto’, prima prova della gara individuale. Una vera e propria disdetta che aumenta i dubbi sulla decisione della federazione locale di volerlo ripescare per i Giochi. I russi avevano deciso di puntare sulla sua esperienza e classe dopo l’oro di Torino 2006 e l’argento di Vancouver 2010. La loro scelta, arrivata a scapito del giovane Maxim Kovtun, si è rivelata azzardata e sbagliata.
Plushenko ha pattinato nel corto del programma a squadre, poi ha deciso di non prendere parte al ‘libero’ per preservare le energie in vista dell’individuale. Il suo programma però è rimasto un sogno. La schiena, che tanti problemi gli aveva creato in passato ed alla quale era stato obbligato ad operarsi, ha spazzato via i sogni del 31enne capace nel corso della sua carriera di incantare le folle di tutto il mondo. La sua interpretazione delle musiche de ‘Il Padrino’ al PalaVela di Torino resta forse la miglior esibizione di tutti i tempi mai vista sul ghiaccio, ma quei tempi sembrano lontani un secolo.
A Sochi il forfait è arrivato già nel riscaldamento. “Mi spiace per i tifosi e per tutti – ha raccontato – Ci ho provato fino alla fine. Ho quasi pianto. È difficile, credetemi, non è il modo in cui volevo terminare la mia carriera ma ho provato a fare del mio meglio. Mercoledì sono caduto in allenamento ed ho avuto un problema alla schiena – ha detto – Oggi sono andato ad allenarmi per vedere come stavo e non potevo saltare. Ho pattinato sette minuti al massimo”. Plushenko ha ripercorso poi la via crucis del warm-up pre gara. “Ho fatto il triplo axel ed il triplo lutz ma dopo il triplo axel ho sentito un dolore terribile alla gamba e dopo il secondo l’atterraggio è stato terribile – ha argomentato – era come se non sentissi piu la gamba, dovevo per forza ritirarmi”.
Il suo futuro sarà ancora in pista, almeno nei Galà, “ma prima ho bisogno di cure mediche e di un lungo periodo di riposo”. A fargli da scudo lo storico allenatore Alexei Mishin. “Lavoro con lui da 20 anni ed abbiamo avuto tanti successi insieme – ha detto – Vi prego di rispettarlo”.